CACCIA AL TESORO NELL'ANTICA CALES: HA RISCOSSO
GRANDE SUCCESSO LA TAPPA A CALVI RISORTA
Calvirisortanews, 19 ottobre 2012
Domenica 14
ottobre 2012 i partecipanti al progetto "Caccia ai tesori in terra di
lavoro" hanno riscoperto gli antichi tesori di Cales.
L'antica Cales sorgeva su un pianoro attraversato da
importanti vie di comunicazione tra il Lazio e la Campania.
Oggi si trova
nella località che conserva il toponimo di Calvi Vecchia presso l’attuale
comune di Calvi Risorta. Strabone la definì “città
splendida” e in età preromana fu il centro più importante della popolazione
degli Ausoni-Aurunci. La comitiva, guidata dai responsabili della Camera di
Commercio di Caserta e dell'Azienda Speciale Sintesi, rappresentati dalla
dott.ssa Maria Russo e dal dott. Carlo Scatozza,
detentrice del progetto, è giunta in pullman, da Napoli e Caserta, a Calvi
Vecchia, dove è stata accolta dai Presidenti delle Associazioni Demetra, dott.
Giovanni Marrocco, ArcheoCales e Proloco Cales Novi e dal Soprintendente ai beni culturali, Dott.
Antonio Salerno.
La prima tappa
storica è stata la visita alla Cattedrale Romanica di San Casto, che sorge sui
resti di un tempio, da alcuni identificato con quello di Giano. Ad accoglierli
c'era il Parroco Don Antonio Santillo che si è reso disponibile a divulgare
alcune delle più importanti notizie storiche del luogo. Successivamente i
partecipanti, divisi in tre gruppi, sono stati accompagnati, nel fatidico
viaggio a ritroso nel tempo, da esperti professionisti del settore: la dott.ssa
Antonella Tomeo e gli architetti Pietro Cifone e
Alfredo Maciariello.
Le guide, lungo
il percorso che collega la Cattedrale al Teatro Romano, hanno sapientemente
allietato gli ospiti con notizie storiche riguardanti: l'Anfiteatro,
caratterizzato da una vasta e profonda depressione ellittica sul terreno con
sporadiche murature risalenti al I sec. a.C.; le cosiddette Terme settentrionali,
risalenti al II secolo d.C.; i resti di un arco che in origine costituiva
l'accesso al Decumano Massimo alle cui spalle sono visibili i resti di una
cisterna di età imperiale; le cosiddette Terme centrali, risalenti all'inizio
del I sec. a.C. e il grandioso Teatro di età repubblicana, la cui particolarità
consiste nella disposizione delle volte di sostegno della cavea che si
sdoppiano in due ulteriori volte di luce minore andando verso l'esterno, unico
esempio del genere finora rinvenuto.
Il maestoso
Teatro è stato ripristinato e riportato al suo antico splendore grazie alla
determinazione dei soci delle Associazioni Demetra, ArcheoCales
e Proloco Cales Novi e alla fattiva collaborazione
del Dott. Antonio Salerno, che con la sue doti umane e innovative, ha saputo
coinvolgere in modo sostanziale tutta la comunità calena, risvegliando quel
senso di appartenenza al territorio che da tempo era sopito. Durante la visita
al Teatro, tra presente e passato, i turisti hanno assistito all'animazione di
alcuni versi dell'Iliade, dell'Odissea e della Divina Commedia, drammatizzati
dai bravissimi attori: Giuseppe Barigazzi e Pietro
Terrazzano dell'Associazione "Nuovo Palcoscenico" di Sparanise.
A conclusione
del tour, gli ospiti hanno degustato prodotti tipici locali: il guanto caleno,
la pizzonta, preparata direttamente sul posto, e del
buon vino caleno di cui Orazio tanto decantava: Caecubum
et praelodomitam Caleno tu bibes
uvam... (Ode XX lib.I). E'
grazie alla sinergia nell'organizzazione del lavoro, alla collaborazione ed
alla disponibilità di tutti, soci e non soci, che simili iniziative possono
prendere vita, e contribuire a riportare, dignitosamente, "Cales sulle Carte Geografiche", dalle parole
dell'Arch. Maciariello. Gli organizzatori estendono
un doveroso ringraziamento alla Ferrarelle per aver donato bottigliette di
acqua minerale.