ARCHEOCLUB CALES ALLA BASILICA DI SAN CASTO VECCHIO E DI SAN SIMEONE
Portale di Pignataro, 19
ottobre 2012
Paolo Mesolella
Quinta tappa. Riparte
domenica 21 ottobre, alle ore 9.40, nei pressi del Castello aragonese, la
carovana dell'Archeoclub Cales,
alla scoperta della Cales dimenticata. Quinta tappa:
i ruderi della basilica paleocristiana di San Casto Vecchio e, a seguire, i
resti dell'antica chiesa di San Simeone. Sono pochi gli stessi caleni che ne
conoscono l'esistenza.
Perciò, domenica mattina,
la carovana dell'Archeoclub “Cales”,
guidata dal presidente prof. Paolo Mesolella, dal prof. Pasquale De Stefano,
dal dott. Erminio Zona, guiderà i visitatori, oltre che all'antichissima
cattedrale di San Casto alla scoperta dell'antica chiesa cimiteriale di San
Simeone che conserva ancora tracce di affreschi alle pareti. Dopo il Teatro,
l'Anfiteatro, la Cappella Reale, le Grotte affrescate e gli eremi di San
Salvatore e Frate Janne, quindi, la carovana dell'Archeoclub
riscopre anche le antichissime chiese paleocristiane calene.
La basilica di San Casto
Vecchio risale al IV secolo e sorge nell'area della palestra romana. Nel tardo
impero il recinto divenne area di sepoltura e verso la fine del IV sec., nella
parte sud-ovest, ospitò l'antica cattedrale. In questo tempio si trovava la
primitiva "sedia vescovile” con immagini scolpite e con l'iscrizione di
San Casto vescovo e martire.
Nell'anno 1685 la basilica
di san Casto Vecchio, non era più adatta al culto, per cui venne abbandonata e
i coloni dei campi vicini saccheggiarono il materiale del tempio per costruire
le loro masserie. Nel 1960, durante i lavori per l'attraversamento
dell'autostrada del sole, il tempio è stato in parte coperto dal gigantesco
ponte dell'autostrada.
Johannowskj
nella sua relazione sugli scavi effettuati, rileva che “nell'abside, sotto il
pavimento, vi erano quattro sarcofagi con copertura a due spioventi, di cui uno
figurato in marmo bluastro, forse microasiatico ed ospitante le ossa di un
vescovo (san Casto?), databile fra il 260 ed il 280 d.C.”
Poi la carovana dell'Archeoclub visiterà l'antica cappella cimiteriale di San
Simeone dove le piogge, immettendovi acqua e fango, hanno rialzato il pavimento
tanto che un uomo a stento può starvi in piedi.
Vi si scorgono ancora due
immagini di Sante Vergini. In una l'abate Zona vi ravvisa santa Lucia.
All'inizio dell'800 San Simeone ha subito un'altra metamorfosi: da tempio
cristiano è diventato una stalla. La chiesetta è tuttora chiamata “masseria
della fantasima” per l'aria di mistero che la circonda.
Originariamente, infatti,
prima di diventare chiesa cristiana era una edicola cimiteriale pagana. E vi
appaiono ancora evidenti le colombaie per la deposizione delle urne contenenti
le ceneri dei corpi cremati Dalle monete dissepolte durante l'aratura dei campi
la si può datare all'età imperiale, mentre la trasformazione in chiesa pagana
con la realizzazione degli affreschi risale al VI sec.
Un interessante
pellegrinaggio, quindi, che conduce i visitatori, indietro nel tempo, agli
albori della chiesa apostolica calena.