Calvi Risorta. Archeoclub Cales all’abbazia di S. Salvatore e alla pieve di Fradejanne

Caserta24ore, 12 ottobre 2012

Domenica 14 ottobre Archeoclub Cales e Pro Loco alla scoperta dell’abbazia benedettina di San Salvatore (XII sec.) e alla chiesa rupestre di frate Janne, sul Monte Maggiore per vedere l’immagine miracolosa della Madonna Quarta tappa. Riparte domenica 14 ottobre, alle ore 9.40, nei pressi del Castello aragonese, la carovana dell’Archeoclub Cales e della Pro Loco Calena, alla scoperta della Cales dimenticata. Quarta tappa: l’abbazia benedettina di San Salvatore e, a seguire, la chiesa rupestre di fradeJanne per vedere l’immagine miracolosa della Madonna.

Sono pochi gli stessi caleni che ne conoscono l’esistenza. Perciò, domenica mattina, la carovana dell’ArcheoclubCales”, guidata dal presidente Paolo Mesolella, dal prof. Pasquale De Stefano, dal dott. Erminio Zona, con la Pro Loco calena del Presidente Gianleno De Vita, guiderà i visitatori, oltre che alla bellissima pieve di San Salvatore alla sacra immagine della Vergine Maria, venerata nella cappella di Fradejanne sul Monte Maggiore, a quota 900m/slm. Non solo il Teatro, l’Anfiteatro e le Grotte affrescate, quindi, la carovana dell’Archeoclub riscopre anche le affascinanti abbazie e chiese del Monte Maggiore.

L’abbazia benedettina di San Salvatore è citata, al tempo di Papa Clemente V, in un documento del 3 luglio 1310. Fondata molto tempo prima, ha ospitato quattro monaci e due cappellani, addetti al servizio religioso dei monaci e della chiesa. L’eremo, per disposizione del papa, era annesso alla mensa vescovile di Calvi di cui era vescovo Piero III. A quel tempo, prese possesso del monastero a nome del vescovo, un canonico di Capua, che si chiamava Federico Sparano. (Probabilmente la famiglia da cui discende il toponimo di Sparanise). Solo nel 1593 il nuovo vescovo di Calvi, mons. Fabio Maranta, vedendo che il monastero con l’annessa chiesa erano diventati irraggiungibili, ordinò la costruzione di una nuova chiesa nel paese di Croce, che fu ultimata nel 1593 e fu intitolata all’Annunziata.

Poi la visita continua alla chiesa rupestre di fradejanne sul Monte Maggiore a quota 900 m slm. Qui Frate Giovanni, detto Fradejanne, intorno al 1300, al fine di permettere ai carbonai della montagna di adempiere al precetto della Messa domenicale, costruì l’oratorio dove si venera una sacra immagine della Madonna di FradeJanne, che ha preso il nome dal devoto monaco eremita. Da Rocchetta e Croce una strada panoramica porta all’abazia di S. Salvatore, dopodiché all’altezza del Fosso della neve, un lungo sentiero porta alla pieve di Fradejanne, un lungo pellegrinaggio da fare almeno una volta all’anno, a piedi, tra paesaggi mozzafiato ed una frizzante vegetazione.

Domenica prossima, 21 ottobre, la carovana dell’Archeoclub, guidata dal prof. Mesolella, dal prof. Pasquale De Stefano e dal dott. Erminio Zona, visiterà i ruderi della basilica paleocristiana di S. Casto Vecchio (IV sec. d.C) e la chiesa rupestre di San Simeone che conserva ancora tracce di affreschi dell’XI sec. alle pareti.