CALVI RISORTA: ILLEGITTIMO L'ABBATTIMENTO DEL CHIOSCO DELLO SPORTING CLUB, CHIESTO RISARCIMENTO

Gazzetta di Caserta, 06 ottobre 2012

Il Comune di Calvi Risorta ordina l’abbattimento di un chiosco-bar ritenuto abusivo e costruito da un'associazione sportiva su un fondo dei padri passionisti, ma dopo un confronto legale durato quindici anni l'atto di demolizione viene giudicato illegittimo. Anche perché la Cales Sporting Club rappresentata dal presidente Massimo Zona e il mister Mario Cipro (questo è il nome del sodalizio che ha avuto la meglio sul Comune) aveva chiesto la sanatoria.

Le conseguenze? Una favolosa richiesta di risarcimento danni. E’ stata la recente sentenza del Consiglio di Stato, riconoscendo la validità di un precedente pronunciamento del Tar Campania, ad aprire le porte a una richiesta di risarcimento pari a oltre 200mila euro. Chiaro è, che allentare in tal modo i cordoni della borsa potrebbe significare la rovina per l'ente caleno che però, ritenendo forse che non tutto sia perduto, è già corso ai ripari. Sempre per vie legali, ma stavolta con una delibera di costituzione in giudizio contro il risarcimento di cui si chiede sia accertata la liceità. Ecco che il già incredibilmente usurante braccio di ferro, tra il Comune e la Csc, diventato ormai oggetto di quotidiane discussioni di piazza, continua. Anzi, potrebbe stabilire un record locale, superando il ventennio, visto che il primo atto, l’ordinanza di demolizione del manufatto e altro su un fondo di proprietà dell'ente morale dell'Addolorata Congregazione dei padri passionisti, risale al lontano 22 settembre del 1997.

A precedere quest'ultima data sono solo due avvenimenti: la concessione del '94 del terreno dei passionisti al gruppo sportivo e il sopralluogo dei vigili urbani ad agosto del ’97. Il verbale é lungo e articolato, parla di modifica dell’apertura per l’entrata nel muro di cinta, formazione di un piazzale in cemento e opere di convogliamento delle acque. E poi c'è il famoso bar. Il 22 settembre scatta l’abbattimento: eseguito. Ma scatta anche il ricorso allestito dallo studio legale Izzo di Calvi, cui fa seguito altra impugnativa, come il respingimento del 1998 dell'istanza di sanatoria.

Un particolare non di poco conto visto che “deve escludersi” - dice il Consiglio di Stato -  che la sanzione demolitiva possa essere irrorata quando la sanatoria è stata illegittimamente negata, dall’allora sindaco Antonio Caparco, che ne ordinò l’abbattimento. Oggi, anno 2012, a distanza di oltre dieci anni si ritrova di nuovo seduto sulla poltrona di primo cittadino della città di Calvi Risorta, Antonio Caparco, però con due sentenze che lo incastrano amministrativamente, al punto che dovrà risarcire la società sportiva sicuramente, anche se ha proposto richiesta di opposizione. A questo punto, chi pagherà questo errore fatto dall'allora amministrazione civica retta da Antonio Caparco? La Corte dei Conti regionale potrà intervenire sulle eventuali responsabilità amministrative e tecniche degli allora amministratori?