Caserta24ore, 06 ottobre 2012
Domenica 7 ottobre Archeoclub Cales, Wikimedia
e Soprintendenza, alla scoperta del Teatro, dell’Anfiteatro, della Cattedrale
romanica e della Grotta dei Santi per vedere la celebre Crocifissione Terza
tappa.
Riparte, domenica 7 ottobre, alle ore 9.40, nei pressi del
Castello aragonese, la carovana dell’Archeoclub Cales
e Wikimedia, alla scoperta della Cales dimenticata.
Terza tappa: il Teatro di Cales, a seguire l’Anfiteatro, la cattedrale romanica
di san Casto e la visita alla Grotta dei Santi, per vedere gli affreschi di San
Paolo, della Madonna in Trono con Bambino e la celebre Crocifissione. Sono
pochi, gli stessi caleni che ne conoscono l’esistenza. E sono pochissimi quelli
che, in questi anni, si sono preoccupati di preservarne la memoria e i resti
che sopra praticamente abbandonati a se stessi.
Perciò, domenica mattina, l’Archeoclub “Cales”, guidato
dal presidente Paolo Mesolella e la comitiva di Wikimedia
in arrivo da Roma e guidata dagli architetti Saverio Malatesta
e Marina Milella guiderà i visitatori, oltre che al
Teatro romano all’importante Anfiteatro, alla Cattedrale di san Casto e alla
Grotta dei Santi che presenta ancora affreschi dell’XI
e XII sec.
La visita all’area archeologica, si avvale dell’autorizzazione della
Sovrintendenza Archeologica per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino,
Benevento e Caserta, che con nota 12018 del 28 settembre scorso, a firma del
Soprintendente dott.ssa Adele Campanelli “Preso atto
delle finalità di valorizzazione e di promozione del
patrimonio culturale caleno, ha autorizzato la visita all’Antica Cales”. Non
solo il Teatro, però, sarà meta della carovana Archeoclub: anche l’Anfiteatro e
Si accedeva all’ambulacro esterno
attraverso quattro porte monumentali che si aprivano alle estremità degli assi.
Infatti gli spezzoni dei corridoi anulari che ancora
si conservano sull’intero quarto Nord-Est della cavea, comunicano con i resti
di due portali monumentali aperti alle estremità Nord ed Est degli assi, dei
quali si conservano soltanto pochi resti costituiti da un piedritto in
laterizio con semicolonna dello stesso materiale su base di tipo attico. Poi
c’è la grotta dei santi scavata nel tufo. L’elemento interessante della grotta
è rappresentato dagli affreschi votivi dei sec.X e
XI, molto danneggiati dall’usura del tempo e dal vandalismo degli uomini: si
trovano nella parete destra in un ordine, in quella sinistra in due ordini, nell’iconostasi e nell’absidiola.
A destra vi sono affrescati, i Ss.
Clemente, Silvestro, Massimo, Pietro, Stefano,
In un’altra serie, nella parete dell’iconostasi, sono 6
busti di santi, in vesti bianche entro medaglioni a fondo giallo; sopra, S.
Margherita che tiene una corona e Madonna col Bambino fra due preti, affreschi
a colori più crudi di quelli della prima serie e appartenenti al sec. XI.
Accanto, nella parete d., è un’orante e un Battista, che danno inizio a una
terza serie, pure del sec. XI ma di mano diversa, che continua nella parete
sinistra; sopra,
Nell’absidiola si trova una 4ª
serie di affreschi, anch’essi del sec. XI con nel
fondo Cristo in piedi tra gli arcangeli Michele e Gabriele e ai due lati, in piedi,
di fronte gli uni agli altri, S. Pietro, S. Paolo, due apostoli e due vescovi.
A destra la serie è continuata nella parete da un santo
diacono e da S. Nicola. Un numero straordinario di santi. Domenica prossima, 14
ottobre, la carovana dell’Archeoclub, guidata dal prof. Mesolella, dal prof.
Pasquale De Stefano e dal dott. Erminio Zona, visiterà l’abbazia benedettina del SS. Salvatore e la chiesa rupestre di Frate Janni dov’è
conservata una immagine miracolosa della Vergine Maria.