Calvi Risorta: L’Archeoclub Cales ai monumenti sconosciuti di Calvi

 

Caserta24ore, 01 settembre 2012

 

Paolo Mesolella

 

L’Archeoclub Cales guida i caleni all’Anfiteatro romano, alle grotte affrescate dei Santi e delle Fornelle, alle antiche chiese di S. Simeone e s. Casto Vecchio, Agli eremi di S. Salvatore e Frate Janne, alla Cappella Reale borbonica.


Continua l’attività di divulgazione storica dell’Archeoclub “Cales”, alla riscoperta delle meraviglie dell’Agrocaleno. Non solo al Teatro romano, ma alle antiche grotte affrescate dei Santi e delle Fornelle, alle antiche chiese di S. Casto e S. Simeone, agli eremi di Frate Janni e S. Salvatore e al semisconosciuto Anfiteatro romano. L’antica cales, intatti è uno scrigno di gioielli, monumenti bellissimi e poco conosciuti come l’Anfiteatro, la Basilica paleocristiana di S. Casto vecchio, la chiesa di san Simeone e la Cappella Reale Borbonica che invece devono essere conosciuti da tutti caleni.

 

Per questo l’Archeoclub Cales, guidato dal presidente prof. Paolo Mesolella, in collaborazione con gli Architetti Marina Milella e Saverio Malatesta di Wikimedia, ha preparato un ricco calendario di visite guidate ai monumenti meno conosciuti, ma più affascinanti di Cale. Si parte domenica il 16 settembre, alle ore 9.30 con la passeggiata archeologica alla Grotta delle Fornelle. Poi domenica 23 settembre sarà la volta della Grotta dei Santi, Domenica 30 settembre invece, visita all’anfiteatro romano, domenica 7 ottobre alla ricerca della chiesa di San Simeone, Domenica 14 ottobre passeggiata agli eremi di San Salvatore e di Frate Janne sul monte di Croce. Ultima tappa, tempo permettendo, la visita alla Cappella Reale borbonica nel Demanio di Calvi.


Tutte le domeniche quindi, a partire dal 16 settembre, fino al 21 ottobre, il sodalizio del Presidente Mesolella, e dei proff. Pasquale De Stefano, Gianluca Parisi, Erminio Zona e Angelo Franco, andrà alla scoperta della bellezze calene: dalle grotte affrescate dei Santi e delle Formelle, sempre più abbandonate a se stesse. Con i volti dei santi, che stanno scomparendo dalle pareti. Perfino nel prezioso mausoleo del 1023 destinato a custodire le salme del conte Pandolfo e della contessa Gualferata sta muffendo il bellissimo affresco dell’Assunzione sulla parete di fondo.

 

Poi la chiesa di San Simeone, a pochi metri da porta Stellatina dove sono stati rinvenuti resti di corpi non cremati. La chiesa detta “masseria della fantasima” era un’edicola cimiteriale pagana, come dimostrano le colombaie per la deposizione dei vasi contenenti le ceneri dei corpi cremati. Poi gli eremi di S. Salvatore e la chiesa di Fratejanni. Il primo, è un grazioso convento benedettino del 1310 che conserva ancora le tracce dei quattro monaci.

 

Non ultima la visita all’anfiteatro romano: La sua prima fase di costruzione risale addirittura al I sec. a. C. Dal prospetto esterno in curva possiamo farci una idea di quanto fosse maestoso perché solo un piccolo tratto in pessimo stato ne è visibile alle estremità Est dell’asse maggiore. Un alto muro continuo in laterizio era interrotto alle estremità dei due assi da quattro portali monumentali con arco in opus latericium. Sono visibili ancora poche strutture delle opere della seconda fase: i due corridoi anulari concentrici con le gradinate sovrastanti, i vomitoria e i quattro ingressi monumentali.