BAR ABBATTUTO:
I PROPRIETARI CHIEDONO 200MILA EURO ALL’AMMINISTRAZIONE CAPARCO
Calvirisortanews, 20 agosto 2012
Il Comune di Calvi Risorta ordina
l'abbattimento di un chiosco-bar ritenuto abusivo e costruito da
un'associazione sportiva su un fondo dei Padri Passionisti, ma dopo un
confronto legale durato quindici anni l'atto di demolizione viene giudicato
illegittimo. Anche perché
Una favolosa richiesta di risarcimento danni. É stata la recente
sentenza del Consiglio di Stato, riconoscendo la validità di un precedente
pronunciamento del Tar Campania, ad aprire le porte a una richiesta di risarcimento pari a oltre 200 mila euro.
Chiaro è, che allentare in tal modo i cordoni della borsa potrebbe significare
la rovina per l'Ente caleno che però, ritenendo forse che non tutto sia
perduto, è già corso ai ripari.
Sempre per vie legali, ma stavolta con una delibera di
costituzione in giudizio contro il risarcimento di cui si chiede sia accertata
la liceità. Ecco che il già incredibilmente usurante braccio
di ferro, tra il Comune e
A precedere quest'ultima data sono solo due avvenimenti: la concessione del '94 del
terreno dei Passionisti al gruppo sportivo e il sopralluogo
dei vigili urbani ad agosto del '97. Il verbale è lungo e articolato, parla di modifica
dell'apertura per l'entrata nel muro di cinta, formazione di un piazzale in
cemento e opere di convogliamento delle acque. E poi
c'è il famoso bar. Il 22 settembre scatta l'abbattimento: eseguito. Ma scatta
anche il ricorso allestito dallo studio legale Izzo di Calvi, cui fa seguito altra impugnativa, contro il respingimento del 1998
dell'istanza di sanatoria.
Un particolare non di poco conto visto che “deve
escludersi - dice il Consiglio di Stato - che la sanzione demolitiva
possa essere irrorata quando la sanatoria è stata
illegittimamente negata, dall’allora Sindaco Antonio Caparco, che ne ordinò
l’abbattimento. Oggi, anno
A questo punto, chi pagherà questo
errore fatto dall’allora Amministrazione Civica retta da Antonio Caparco? La
corte dei Conti Regionale potrà intervenire sulle eventuali responsabilità
amministrative e Tecniche degli allora amministratori? Oppure
a pagare sono sempre le tasche dei cittadini? Insomma, Caparco oggi si ritrova
una patata bollente in mano, ingestibile. Questa è stata la politica caparchiana a Calvi Risorta negli
ultimi venti anni, è la storia che parla, quindi verità scomode. Il caso non
può dirsi chiuso.