LA SOSTA DI GARIBALDI AL PALAZZO BARONALE DI CALVI RISORTA: CHIESTA UNA TARGA IN MEMORIA

 

Gazzetta di Caserta, 07 agosto 2012

 

Sulla piccola dogana borbonica di Calvi, situata a pochi passi dal castello, si dovrebbe sistemare una targa con scritto “Qui ha sostato Garibaldi il 26 ottobre 1860". Nonostante lo strano restauro che ha dovuto subire e che le ha praticamente cambiato aspetto, la dogana borbonica calena, oltre ad essere stata una importante sentinella a guardia del valico per Capua, conserva un grande segreto: fu qui e non nel palazzo baronale che si sistemò Giuseppe Garibaldi.

 

Un luogo sicuramente più povero ed angusto, ma strategicamente più idoneo. In questi quattro metri quadri, nell'antico corpo di  guardia dei carabinieri, Garibaldi ricevette la Deputazione palermitana che lo invitava sull'isola. Mi è capitata infatti tra le mani – sp iega il preside Paolo Mesolella - una corrispondenza di guerra del 1860 che racconta in maniera dettagliata il passaggio e la sosta dell'eroe dei due mondi a Calvi: è una corrispondenza della Gazzetta di Milano del 1 novembre 1860, priva di titolo e siglata solo con la lettera C.

 

Scrive il corrispondente della Gazzetta di Milano "Andiamo dunque innanzi a Pignataro. Li il figlio di Garibaldi Menotti, che é li con un battaglione di Lombardi, ci dice che suo padre è a Calvi, che il re é passato li il mattino... Dagli ufficiali superiori ci vien confermato che Garibaldi é a Calvi e il re a Teano... mentre le nostre vetture vanno a trotto, sotto il lume bianchissimo della luce ci appare, e ci dispare rapidamente innanzi, involta in un cappotto, e con un cappello garibaldino sul capo, una forma svelta, alta, di donna, a forme oltremodo belle, che rasenta la strada, a poca distanza da una fattoria ove sono alloggiate truppe di Garibaldi, confabula con un ufficiale. Fu riconosciuta da taluno per la Contessa... io ebbe nei suoi bei dì a vederla in Torino; sentento a dir da’ miei compagni di  viaggio cose non belle di lei, ne senti un'acre punta al cuore di una beltà di paradiso caduta sì in basso. Finalmente giungemmo a Calvi. Erano le 8 della sera. (del 26 ottobre ndr) Garibaldi era lì. Calvi é appena un villaggio. Le poche case decenti, durante le oscene immanità de' soldati borbonici che sino a ieri l’altro scorazzavano su queste terre, sono state abbandonate da’ padroni, che tutti per isgomento se ne sono fuggiti. Le case loro son tutte chiuse; Garibaldi non ha voluto che si sforzassero, e si aprissero in assenza de' proprietari. Dato ciò, gli è toccato di alloggiare nell'antico corpo di guardia.