IL FLOP DELLA VIDEO-SORVEGLIANZA A CALVI RISORTA!
PD Calvi Risorta, 27 luglio 2012
I lavori della video-sorveglianza
sono terminati e collaudati ma la stessa è in funzione? Sembra di no!
Cari cittadini, in questo articolo
parleremo della video-sorveglianza presente sul nostro territorio ma sembra che
ancora non sia in funzione, lo abbiamo appreso da articoli apparsi su un noto
sito on-line locale ed anche da notizie acquisiste da un Consigliere Comunale,
al quale a precisa domanda è stato risposto che a tutt’oggi
chi dovrebbe gestire l’impianto,
Gli ultimi fatti di cronaca, secondo noi, hanno dimostrato
che la copertura della video-sorveglianza è
insufficiente, al di là se essa sia in funzione o no.
Spiegheremo il perché: il primo episodio si è verificato sulla via Masserie di
Giano, ebbene tutte le abitazioni che si trovano dalla località Masseria Tabasso fino al numero civico 16 di via Masserie di Giano,
non sono video-sorvegliate nel senso di marcia che da Giano Vetusto conduce a
Calvi Risorta, se qualche malvivente vuole commettere qualsiasi tipo di reato,
se proviene da quella direzione non è ripreso da nessuna telecamera.
Chiediamo a Caparco & soci, ma i cittadini residenti
in quella zona sono di serie B? Perché
non è stata prevista nessuna telecamera da installare proprio al confine con il
Comune di Giano Vetusto in località Masseria Tabasso?
Questo, Caparco deve spiegare ai cittadini. Il secondo episodio si è verificato
sulla S.S. Casilina località Calvi Vecchia,
anche in questo caso non vi è nessuna telecamera che sorvegli le abitazioni che
vanno dal viadotto della S.S. Casilina fino al viale della Cattedrale, che
è giustamente video sorvegliata, noi pensiamo che anche gli abitanti di quella
zona ed i loro beni hanno il sacrosanto diritto alla sicurezza.
Anche in questo caso Caparco spieghi
a questi cittadini le sue scelte. Era tanto difficile installare una telecamera
proprio alla fine del viadotto e quindi tutelare anche quei cittadini? Un
discorso a parte vogliamo farlo per
La dimostrazione che quello che affermiamo è vero sono i
27.825,21 € che hanno dovuto restituire al Ministero dell’Interno perché non
utilizzati, tutto documentato dalla determinazione dirigenziale dell’ufficio
tecnico n° 346 R.G.
del 29 giugno
A questo punto ci corre l’obbligo di ripetere ancora una
volta: QUALCUNO LI FERMI!