Calvi
Risorta: Il sacrosanto diritto alla quiete
Caserta24ore, 27 giugno 2012
Paolo Mesolella
A PROPOSITO DELLA MOVIDA CALENA E DEGLI SCHIAMAZZI
NOTTURNI FINO ALL’UNA DI NOTTE Più di un caleno mi ha
sollecitato a ritornare sull’argomento “movida” a
Calvi Risorta, dopo i recenti interventi di due politici locali d’opposizione.
Lo faccio per la verità, mio malgrado, perché quello che penso sull’argomento è
molto chiaro e l’ho già detto in un precedente articolo pubblicato su questo
giornale. Convinto come sono che bisogna tutelare la
serenità, lo studio e il riposo di tutti, ma soprattutto dei bambini, degli
anziani e degli ammalati.
Ciò nonostante mi sembra giusto
fare qualche precisazione. Diciamolo subito e chiaramente: i locali notturni, i pub
(non parlo degli esercizi commerciali), già disturbano quando
non fanno musica dal vivo, e gli avventori si trattengono fuori dal locale a
parlare ad alta voce, magari seduti ai tavolini, fino all’una di notte. Questo infatti è schiamazzo notturno, punito dagli artt 659-660 del Cp. La musica
dal vivo, poi, è un problema che si aggiunge ad un altro problema.
Pertanto, quando un’ordinanza sindacale delimita l’orario
della musica dal vivo fino alle ore 22, questo non vuol dire
che i locali vengono chiusi, ma che possono restare aperti fin quando vogliono,
magari suonando all’interno con un’adeguata insonorizzazione.
Ma senza disturbare i vicini. Non tutti i locali del
resto possono trasmettere musica dal vivo in quanto per poterlo fare
abbisognano di particolari caratteristiche relative alla localizzazione
e all’insonorizzazione dello stesso.
Ma questi commercianti si contano
sulle dita di una sola mano, tutti gli altri abbassano le saracinesche dalle
ore 20 alle 22: dal panettiere al macellaio, dal
giornalaio al tabaccaio, dal fruttivendolo al barbiere, compresi bar, pizzerie
e supermercati. Sarebbe assurdo che a tutti gli esercizi commerciali (come
suggerisce qualche politico illuminato) potesse
organizzare un concertino davanti al proprio locale. Sarebbe praticamente
il caos, e non solo per la quiete pubblica. La sera si ritorna a casa per
riposare. Non è possibile concedere a pochissimi commercianti la possibilità di
tenere in ostaggio rioni interi, con persone che sopportano, convinte di non
poterci fare nulla.
Qualcuno è stato perfino portato via in autoambulanza o ha
tentato di minacciare con la pistola. Le licenze quando vanno date, infatti,
devono tener conto, per esempio del fatto che quei locali possono essere
destinati alla musica dal vivo perché sopra (di lato, davanti e sotto) non ci
dormono delle famiglie con bimbi, anziani e malati. Pertanto vanno concesse in
luoghi idonei dove i giovani possono recarsi per ascoltare la musica che vogliono quando vogliono: anche per ballare. E non è
possibile fare di tutta l’erba un fascio.
Non è possibile confondere una festa privata su luogo privato con una manifestazione comunale. Perciò i
consiglieri comunali che oggi chiedono di prolungare l’orario ai danni dei residenti dovrebbero star bene attenti a far nascere queste
attività dove non recano disturbo. E al consigliere d’opposizione Giovanni
Marrocco consigliamo di trasferire questo tipo di attività
sotto casa sua o nei dintorni, così potrebbe godere di tutti i benefici che ne
derivano.