Basta
parlare della camorra come di un fenomeno folcloristico, ora bisogna imprimere
un cambiamento culturale
Caleno24ore, 05 giugno 2012
“La camorra viene colpita dallo
Stato soltanto quando alza la cresta. Finché resta
tranquilla nel proprio recinto, va bene un po’ a tutti”. Pietro Nardiello, autore de “Il Festival a casa del boss”, ci va
giù duro nel giudizio complessivo che dà alla lotta alle mafie. I precedenti
storici supportano la sua tesi ed è difficile non essere d’accordo guardando
all’incacrenimento di una piaga sociale che pian
piano si è trasformata in una lobby, un gruppo di pressione che condiziona le
scelte democratiche, così come da anni fa
“Forse questo – ha detto Nardiello domenica scorsa, nel corso della presentazione
della sua opera alla Piccola Libreria 80mq – è il momento giusto per
lottare contro le mafie sul piano culturale. Non rendiamo la lotta alla camorra
un fenomeno folcloristico. Non mettiamo in rilievo le
gesta di quattro ignoranti. Libri come ‘Gomorra’
hanno avuto un grande merito, quello di accendere i
riflettori su un problema che andava combattuto innanzitutto con l’intervento
dello Stato.
Adesso che questi clan sono stati
decapitati, per evitare che si possano rigenerare, bisogna cambiare la
mentalità delle comunità con la cultura della legalità. Oggi c’è la possibilità
di proporre delle leggi di iniziativa popolare che
possono cambiare concretamente le cose, superando l’immobilismo della politica,
ma se le persone non vengono sensibilizzate, è difficile raggiungere un
obiettivo del genere”. Un cambiamento che secondo il
giornalista di “Repubblica” può avvenire anche attraverso l’esperienza delle
cooperative sociali, se gestite nel modo giusto, e con manifestazioni come “Il
Festival dell’Impegno Civile”.
Stimolato dalle domande del pubblico, l’ideatore del
festival, rivolgendosi anche alle attiviste del Comitato Millescopi
+1 di Teano – quest’anno alla loro prima edizione
della manifestazione che partirà sabato proprio in un bene confiscato alla
camorra -, ha aggiunto: ”Il professionismo dell’antimafia è un fenomeno molto
diffuso, che a volte raggiunge forme riprovevoli e disgustose. Così come il
fenomeno delinquenziale, va arginato compiendo azioni realmente volte a
debellare le mafie”.