Alla ricerca dell’Anfiteatro romano di Cales che non c’è più

 

Caserta24ore, 15 maggio 2012

 

Paolo Mesolella

 

IL PIU’ IMPORTANTE MONUMENTO CALENO ABBANDONATO A SE STESSO.


Lo avevamo già detto qualche mese fa in un convegno: l’Anfiteatro di Cales, non lo ha mai visto nessuno, nemmeno i caleni, perché è praticamente inaccessibile e invisibile ai passanti. Qualcuno, animato di amor patrio e da spirito di avventura ci prova a vederlo, ma nonostante un viaggio estenuante e pericoloso, non vede praticamente nulla.

 

E’ successo l’altro ieri che la redazione del portale www.pignataromaggiore.it ha provato ad andare alla sua ricerca, ma quello che hanno visto il direttore Ricciardi, il prof. Angelo Martino e gli altri temerari, ha dell’incredibile, tanto è lo stato di abbandono in cui versa il più importante monumento caleno.

 

“Vedi un’insegna nascosta dalla vegetazione che ti indica “l’Anfiteatro Romano”, spiega Ricciardi e decidi di fare una foto ad un anfiteatro romano di cui addirittura molti caleni ignorano l’esistenza, nonostante qualche graffio sulla carrozzeria dell’auto. La strada (se così la si può chiamare) curva a destra. C’è una costruzione sulla destra. Alcune, abbandonate. Dei cani abbaiano dissuadendoti dallo scendere e proseguire a piedi, allora ingrani la prima e vai. Il rumore dei rami sulla carrozzeria ti fa temere il peggio, ma fare marcia indietro ora sarebbe sciocco.

 

Un cartello, alla tua sinistra, ti dice che sei all’anfiteatro, ma non lo vedi. Non vedi nemmeno un muro, o una pietra, o qualche segnale che ti faccia anche solo lontanamente pensare di essere arrivato, e prosegui. Questa volta la strada finisce davvero. Scendi dall’auto e ti apri un varco tra la vegetazione dietro il cartello, scendi e ti ritrovi un una specie di conca. Ricorda un cratere, i cui bordi, però, sono delimitati dalla vegetazione. Tra qualche erbaccia scorgi dei mattoni. Ci sei, sei nel centro dell’arena nella quale i gladiatori caleni intrattenevano i signori che vivevano nell’antico insediamento romano.

 

Affranto riconquisti l’auto per andare via. E la foto? Non la fai, cosa vuoi fotografare? Basta fare un ciuffo d’erba ovunque nel mondo e mettere come titolo “particolare dell’anfiteatro caleno”. Ritorni a casa e lungo il percorso pensi: Magari su Google Maps l’anfiteatro sarà riconoscibile, si vedrà un “cratere”, al rientro proverò su Google Maps, il “cratere” si vede. Documenta tristemente lo stato in cui versa il tutto…


La presenza di un Teatro e di un Anfiteatro dovrebbero essere indici di un insediamento importante. Florido, ed anche esteso. Un piccolaErcolano” ancora sepolta sotto terra? I Borboni capirono il valore di Ercolano, avviando gli scavi ed il recupero della cittadina romana quando la sensibilità per la nostra storia non era così diffusa come oggi. Non sarà mica capitato che questa “sensibilità”, nel “diffondersi” si sia “diluita” troppo? Possibile che non esistano nelle istituzioni, quelle che davvero possono fare qualcosa, sensibilità tali per dirottare delle risorse nell’Antica Cales, per farla riemergere dal terreno e dall’anonimato? Che volano economico sarebbe una “Ercolano Calena” per il nostro territorio?”