Incontro archeoclub:
Una rete intercomunale per il recupero dell’Antica Cales
Caserta24ore, 29 aprile 2012
Paolo Mesolella
PIGNATARO MAGGIORE. Per cercare di recuperare ciò che
rimane dell’Antica Cales, occorre creare una rete istituzionale tra le
amministrazioni di Pignataro Maggiore, Calvi Risorta e Sparanise, al fine di unire le forze (e le professionalità) e
creare progetti che possono ancora essere finanziati entro il 2013. Il problema
principale, infatti, è quello di impegnarsi a progettare, dal
momento che spesso in Campania i soldi ci sono e non vengono utilizzati
per mancanza di progetti. E poi c’è il problema dell’Anfiteatro di Cales e
della Grotta dei Santi, due monumenti praticamente
sconosciuti a tutti i caleni, anche perché inaccessibili e su suoli privati
(sic!).
Queste sono solo alcuni dei problemi emersi sabato scorso
durante l’interessante incontro “Cales e Pinetarium,
prospettive di valorizzazione del patrimonio
archeologico” organizzato dall’Archeoclub caleno,
diretto dal Preside Paolo Mesolella, nella sala conferenze del Circolo Unione.
All’incontro sono intervenuti il
sindaco Raimondo Cuccaro, il consigliere con delega alla cultura, avv. Pier
Nicola Palumbo, l’Ispettore della Sovrintendenza
Archeologica e responsabile dell’ufficio caleno, prof. Antonio Salerno,
l’archeologo Stanislao Raffaele Femiano, l’archeologo
Ugo Zannini, presidente dell’Archeoclub
“Falciano del Massico” l’avv. Giovanni Morelli,
presidente del Circolo “Unione”, giornalisti (De Stavola
e Minieri), docenti (Crescenzo Palmesano, Angelo
Martino, Valeria Principe) e cultori dell’archeologia provenienti anche da
Calvi Risorta, S. Maria Capua Vetere e Caserta.
Molto interessanti le due
relazioni: quella del prof. Salerno che ha parlato delle ville rustiche
produttive presenti nei territori di Pignataro, Sparanise, Calvi, Bellona e
Giano Vetusto; e quella del prof. Femiano, che ha
fatto un interessante escursus sulla protostoria calena, anteriore alla conquista romana,
parlando dei diversi popoli che si sono succeduti nel territorio (Ausoni, Opici, Etruschi, Greci,
Sanniti) e che hanno lasciato importanti tracce del loro passaggio.
Un appuntamento, quindi, di grande
valore simbolico la povera città di Cales e per il suo parco archeologico
sempre dimenticati e trascurati. Il prof. Salerno, docente presso la seconda
Università di Napoli, ha chiesto agli amministratori presenti di siglare una
convenzione con l’Università per monitorare l’area archeologica comunale ed
individuare le principali necessità. La mappatura
delle criticità permetterà poi di valutare le soluzioni più idonee riguardo l’area critica di S. Giorgio rosso. Convenzione a costo zero
per il Comune. Inoltre, ha spiegato, il restauro del Castello dovrebbe
terminare entro l’anno ma diventerà un centro di
informazione sul sito archeologico, una sorte di info
point, e non ospiterà materiale archeologico o
reperti al suo interno per motivi di sicurezza. Un museo virtuale, quindi,
nulla a che vedere con il museo che aspettano i caleni.