Le
barriere architettoniche fanno saltare la gita per gli alunni delle scuole
primarie a Calvi Risorta
Caleno24ore, 19 aprile 2012
Luciana Antinolfi
La vicenda è stata commentata dal consigliere Marrocco
Disagio nella mattinata del 18 aprile per gli alunni della
scuola primaria dell’ICS di Calvi Risorta. I bambini in partenza per un viaggio
di istruzione al Planetario di Caserta e al Museo Calatia
di Maddaloni non sono più partiti. Come consuetudine, ormai sono anni che si
assiste alla medesima inaudita scena, il pullman che doveva trasportare i
piccoli allievi era privo della pedana che permettesse
ad una bambina diversamente abile di salire a bordo.
La richiesta da parte del personale addetto alle “gite”
era chiara, era stata messa in evidenza la realtà della
classe, ma il mezzo, come al solito, era privo dell’ausilio necessario. Si
tratta dell’ennesimo episodio di inciviltà e di
discriminazione. Tanta l’amarezza dei presenti, in primis dei genitori della
bambina in questione, a cui è stato negato il diritto,
nei limiti del possibile, di vivere un’opportunità che rasenti la normalità.
Dopo ore di agitazione a seguito
di proposte più impensate, come l’intervento di un pulmino di scorta che
trasportasse la bambina e l’insegnante, (emarginazione più totale), oppure la
richiesta al padre di accompagnarla, i bambini sono stati condotti, per una
passeggiata, alla Piccola Lourdes. All’increscioso episodio era presente, tra
gli altri, il dott. Giovanni Marrocco, in qualità di
genitore di una bambina partecipante alla gita, che non poteva assistere in
silenzio, confortato dagli altri genitori altrettanto inviperiti e disorientati
di fronte a tale situazione.
Il dott. Marrocco ha sottolineato
il danno morale e psicologico causato non solo ai genitori e alla bambina, ma a
tutti i bambini che entusiasti per la partenza sono rimasti a scuola.
Specialmente i più piccoli hanno fiducia nelle istituzioni, allora come
giustificare loro quanto è accaduto senza disorientarli? senza
danneggiare i loro sentimenti più profondi e la loro sensibilità? A seguito di
un’accurata discussione, tutti sono stati concordi nell’evitare la partenza dei
loro figli senza la compagna e tantomeno nel
ricorrere a mezzi di sostituzione.
“E’ necessario che ognuno si assuma le proprie
responsabilità, perchè trattasi di veri e propri episodi di emarginazione
e la scuola, nel suo specifico ruolo di agenzia educativa non deve
assolutamente permettere che questi episodi si ripetano”, ha dichiarato
il dott. Marrocco. “Eppure siamo considerati la
settima potenza mondiale, ma se non si è capaci di sopperire a queste
situazioni, se non si è in grado di rispettare la dignità dell’altro, chiunque
esso sia, dovremmo essere collocati in una scala a parte”.
Poichè sono avvenimenti che si ripetono
continuamente, non basta il documento compilato alla perfezione, la
regolamentazione di una richiesta scritta, sono fatti gravi che ledono la
dignità umana, perciò bisogna avere il coraggio di denunciare, per rispetto
verso gli altri, per dare il giusto valore alla persona. Situazioni come
queste, e purtroppo non sono poche, finiscono con il ghettizzare ancora di più
bambini e genitori, già provati dalla condizione di disabilità
e finiscono per aumentare maggiormente il disagio. Mi viene spontaneo: questa è
integrazione? Vi è una Nota Ministeriale dell’11
aprile 2002, n.645, che pone particolare attenzione
al diritto degli alunni con disabilità a partecipare
alle gite scolastiche.
“L’Istituzione Scolastica – si legge nella Nota – per una
corretta e funzionale organizzazione, nonché per la
determinazione del costo del viaggio, comunicherà all’Agenzia di Viaggi la
presenza di allievi in situazione di handicap, i relativi servizi necessari e
l’eventuale presenza di assistenti educatori culturali. Agli allievi in
situazione di handicap e agli assistenti educatori culturali dovranno essere
forniti i servizi idonei, secondo la normativa vigente in materia”. Al punto 9
si precisa che “i viaggi d’istruzione potranno essere effettuati
con qualsiasi mezzo idoneo di trasporto”.
In qualità di insegnante di sostegno, mio
malgrado, devo ammettere però che la maggior parte dei diritti dei diversamente
abili rimangono solamente sulla carta. Quotidianamente
ci si trova a fare i conti non solo con le numerose
barriere architettoniche, con la carenza di strutture, di ausili, di materiale,
ma cosa più grave con la diffidenza e l’emarginazione. Tuttavia la diversità è
uno dei valori fondamentali del nostro secolo, fa parte della storia di ogni uomo, pertanto deve essere vissuta come cultura,
ricchezza, crescita. Il contatto con il diverso aiuta a
maturare una maggiore consapevolezza di sè e
dell’altro, educa alla disponibilità, alla collaborazione, al dialogo,
al rispetto. Ogni scuola, ogni istituzione, dovrebbe conoscere, rispettare,
coltivare quella normalità che risponde al bisogno di appartenenza
e al bisogno di sentirsi riconosciuto per la propria dimensione personale e
quella specialità che risponde al bisogno di identità, di sentirsi diverso
dagli altri e di percepire che tale diversità è riconosciuta come un valore.
Che lezione di solidarietà hanno
dato quei bambini rinunciando alla gita? e quei
genitori che non hanno permesso ai loro figli di partire? Sono queste le vere
lezioni di vita da cui tutti dovrebbero trarre profitto.