LE ANFORE DI CALES: ATTUALE CALVI RISORTA

 

Portale di Pignataro, 14 aprile 2012

 

Franco D’Amico

 

La nostra bella Campania, terra martoriata che ha bisogno di rilancio proprio partendo dal territorio, da sempre indicatore delle radici e delle tradizioni che hanno completato la storia di noi campani nel corso dei millenni, sino ai giorni nostri, promuovendo iniziative per la valorizzazione della cultura dei prodotti campani, non solo enogastronomici ma anche artigianali, come il I° Corso sulle lavorazioni di terrecotte avviato a Calvi Risorta (CE).


I CONTENITORI DEL FALERNO E CONCIATO ROMANO

 

Le anfore, remote realtà artigianali prodotte con terracotta che oggi vanno scomparendo, tenendo conto dell’uso fatto dagli antichi romani in particolare nell’“Ager Falernus” prima e nelle altre zone di Terra di Lavoro poi, tra cui l’agro caleno. Di fatto, il nome d’origine greca significa “che si porta da entrambi i lati”. È il recipiente più antico usato per conservare e trasportare derrate alimentari solide e liquide. Il suo uso risale ai primordi delle civiltà mediterranee, presso i Greci e i Romani l’anfora era per lo più di terracotta, ma ne esistevano esemplari di marmo, alabastro, vetro o metalli preziosi.


La parte inferiore del recipiente terminava a punta, e serviva per conficcarlo e mantenerlo in posizione verticale sia nella sabbia della cantina che nei banconi forati delle stive delle navi, per il trasporto anche via mare. In alcuni casi, la parte inferiore dell’anfora era ricoperta di vimini, rappresentando così il primo rudimentale esempio di damigiana.


Il collegamento tra l’antica Roma e Cales (attuale Calvi Risorta in provincia di Caserta) sta proprio nelle realizzazioni di anfore e orci, grandi e piccoli, nell’antica cittadina calena, di cui sono state trovate tracce dei manufatti sparsi un po’ dappertutto, in quelle aree sottoposte dall’allora impero romano.


Non a caso, proprio Cales, con Casilinum (attuale Capua) era tra i luoghi più rinomati per la produzione di anfore da servire al trasporto e mantenimento del vino Falerno, la prima DOC dell’antichità, che veniva prodotto in quell’Ager Falernus tra le località di Mondragone e Falciano del Massico, odierne. Ma anche altri alimenti e cibi prelibati, ad esempio i formaggi, venivano contenuti dai romani in recipienti di terracotta come giare e orci, per l’approvvigionamento alle legioni durante l’attesa delle battaglie e la cottura di legumi.



TERRA FELIX I PIEDI SULLA STORIA


Quindi, ricordando anche l’area che insiste nel gruppo del Monte Maggiore, tra Treglia (antica Trebula Balliensis) e Castel di Sasso è doveroso evidenziare che anche in questa zona, già prima dell’epoca romana, i sanniti usavano conservare in particolare i formaggi in piccole orcette aggiungendo al cacio anche una concia di erbe montane e aceto, per preservarlo a lungo.

 




 

 

 

 

 

 

Ora come allora, grazie alla ricerca e alla passione di alcuni casari, il Conciato Romano, tipico formaggio che viene prodotto in zona determinata, viene conservato analogamente come circa 2000 anni fa e, meraviglia delle meraviglie, la fam. Lombardi dell’agriturismo “Le Campestre” di Castel di Sasso, custodi del Conciato unico Presidio Slow Food della provincia di Caserta, utilizzano tuttora delle piccole anfore contenenti il pregiato prodotto, che vengono realizzate da Giovanni Marrapese, l’ultimo artigiano di terrecotte in Calvi Risorta, l’antica Cales.


Calvi sorge sul luogo della città aurunca di Cales, che fu crocevia di grandi civiltà antiche: l’aurunca, l’etrusca, la latina, la sannitica. Fu occupata da Marco Valerio nel 335 a.C., che vi dedusse una colonia di diritto latino di 2.500 uomini per il controllo di un’area ritenuta di rilevante importanza strategica. Cadde nel dominio dei Sanniti nel 298 a.C.; contraria ad aiutare Roma contro Annibale nel 219 a.C., subì per punizione l’imposizione di tributi doppi; cadde nel potere di Annibale nel 211 a.C., ma venne ripresa dai Romani e riferita come "municipium" da Cicerone e Orazio.


Era famosissima per la ceramica che diffuse in tutta Italia; i particolari "vasi caleni" erano coperti di vernice lucida e nera e decorati con motivi ornamentali e figurati, che ricalcavano quelli dei vasi in bronzo e argento.


IL I° CORSO SULLE TERRECOTTE ARTIGIANALI


L’ultimo artigiano di Calvi Risorta che realizza terrecotte in argilla lavorate al tornio, Giovanni Marrapese, con studi presso l’Istituto d’Arte di Cascano - sezione ceramiche e l’Accademia delle Belle Arti di Roma come scultore e con la passione che ha coltivato sin da ragazzo, mantiene intatte le tradizioni dell’area calena con la produzione di vasi e ceramiche artigianali, proponendo il Corso di ceramica con Foggiatura al Tornio. Durante il corso pratico i partecipanti potranno scoprire ed imparare i segreti dell’arte della ceramica e cimentarsi nella lavorazione dell’argilla al tornio.


Il Corso si tiene presso il Laboratorio di ceramiche artigianali dell’artista Giovanni Marrapese in Calvi Risorta (CE), via dei 48 n.12 e comprende 6 settimane di approfondimento teorico-pratico, con la realizzazione di vasi ed anfore varie in terracotta e, guarda caso, tra le prime partecipanti al corso, vi sono Silvia e Adriana, due ragazze che provengono da Treglia.


.… Dunque, la storia continua ancora.



Corso sulle terrecotte di Giovanni Marrapese


Per info: tel. 0823/570039 e cell. 327/2082269