Gestione
rifiuti a Calvi Risorta: Zacchia sotto processo
Paesenews, 21 marzo 2012
Gestione di discarica abusiva, sotto processo
l’ex sindaco Giacomo Zacchia. Il processo, a causa dello sciopero degli
avvocati penalisti, potrebbe subire un nuovo rinvio. Il processo a
carico dell’ex primo cittadino – attuale consigliere di minoranza
nell’assemblea civica cittadina, si tiene presso il tribunale di Santa Maria
Capua Vetere.
Durante l’udienza di alcuni mesi fa, vennero
ascoltati alcuni testimoni dell’accusa. I giudici hanno sentito il maresciallo
dei carabinieri della stazione Calena, Petrosino e il dirigente dell’Arpac Delle Femine.
Nella prossima udienza dovranno essere ascoltati altri testimoni ed escussi anche gli imputati. Secondo l’accusa
l’amministrazione comunale, allora guidata da Giacomo Zacchia, avrebbe
attivato e gestito, in modo illegale, un sito di trasferenza
momentaneo nel quale vennero accantonati i rifiuti del paese durante la grave
crisi del 2008.
Secondo l’accusa quell’apertura e quella
gestione avvenne senza le necessarie autorizzazioni previste per legge e quindi
in violazione delle norme. “Ho piena fiducia nella giustizia e nell’opera dei
giudici. Non ho mai agito contro gli interessi del paese. Quella decisione fu
assunta per permettere la rimozione dei rifiuti dalle strade, l’apertura delle
scuole, degli esercizi commerciali e degli uffici pubblici. Ho sempre operato nell’interesse della mia città, dei nostri
cittadini. Spero di poter chiarire la mia posizione durante
il prosieguo del processo”.
E’ questa, in sostanza, la linea difensiva dell’ex sindaco
di Calvi Risorta. Sono diversi i sindaci della Provincia di Caserta che sono stati o si trovano sotto processo per reati simili a
quello contestato a Zacchia; il periodo di riferimento è sempre quello delle
emergenze. Sono numerosi i sindaci finiti a giudizio perchè accusati di non
aver rispettato le regole durante le tante emergenze che hanno caratterizzato
lo smaltimento dei rifiuti nell’intere regione
Campania.
I difensori dell’ex sindaco sembrano essere sicuri di poter dimostrare,
durante il processo, l’estraneità alle accuse
del loro assistito.