Caserta: la prof le abbassa il voto: "Tu non sei come
gli altri, sei nera"
Corriere del Mezzogiorno, 11 dicembre 2011
Carla Foresta
Anche se l’episodio non interessa la
cittadina calena, mi è sembrato giusto pubblicarlo per la sua gravità. (Peppino De Lucia)
Choc in una seconda della scuola media "Giannone"
CASERTA — Quei due elaborati di geografia erano del tutto simili. Anzi: uguali. In tutto e per tutto. E alla bambina il 7 rimediato, rispetto al 9 elargito al
compagno di classe, stava stretto. Il suo unico torto è stato quello di farlo
notare alla prof.
La richiesta di spiegazioni davanti alla cattedra dopo la
correzione delle verifiche, una risposta di rimando che ha gelato lei e
l’intera classe: «Tu non sei come gli altri, sei nera».
Caserta, scuola media statale «Pietro Giannone»,
quella dei figli di papà. È l’ora di geografia. La piccola, che
frequenta la seconda di una sezione che terremo nascosta, ha un tuffo al cuore.
Indietreggia senza più aprire bocca, tra gli sguardi
altrettanto stupiti dei suoi compagni di studi e di giochi. Riguadagna
il suo posto tra i banchi e la cosa - per quanto difficile da mandare giù -
finisce lì.
L’orario di lezioni prosegue, la campanella suona altre
due volte a sottolineare il cambio di docente tra
un’ora e l’altra. Poi, un’ultima volta in maniera più prolungata: è il momento
di uscire, di tornare tutti a casa. Gli schiamazzi e i soliti sfottò tra
compagni per le scale e l’uscita dal portone che dà su corso
Giannone, stesso nome per la più antica scuola del
capoluogo con annesso Ginnasio e per il lungo stradone che costeggia il verde
del parco della reggia. Simona, un nome di fantasia, torna a casa dopo aver
fatto un pezzo di strada con alcune amiche. Dentro si porta un peso troppo
grosso per una bambina di 12 anni. Italiana di Caserta ma
dalla pelle nera. Si apre con la mamma, che nota un turbamento sul suo
viso e le chiede di raccontare. Ed è l’inizio di
un’altra storia, che il suo finale deve però ancora scrivere.
Al momento c’è una prof sott’accusa, e che da alcuni
giorni non ha fatto più rientro a scuola, ed un carteggio tra l’istituto dove
la docente è di ruolo e l’Ufficio scolastico provinciale, quello regionale e
forse già anche con il Ministero della Pubblica istruzione. Perché quanto
accaduto è stato regolarmente denunciato agli organi superiori dalla dirigente
scolastica, che quella professoressa di Geografia seguiva con attenzione già da
qualche anno dopo i primi problemi avuti con gli studenti di alcune
classi e, di riflesso, con i loro genitori.
Era titolare della cattedra di Italiano
quando arrivò cinque anni fa alla media «Giannone».
Poi la docente, la quarantina superata da un po', sposata e con figli, ha
cominciato a manifestare qualche prima difficoltà di relazione coi ragazzi. Le fu tolto l’insegnamento dell’Italiano e
lasciata
A Maria Bianco, questo il nome della dirigente scolastica,
racconta ogni cosa. E questa, tra un cambio di ora e
l’altra, entra nella seconda frequentata da Simona. Si chiude la porta alle
spalle ed esige silenzio. Chiede di conoscere la versione dei fatti dei bambini. Ne ottiene una
dolorosa conferma. «Tu sei diversa» sente ripetere dagli scolari: «Sei nera».
Assume quindi l’iniziativa di chiamare a sé la prof e di parlarle chiaro: tu
sei fuori da questa scuola, le intima. E la docente comincia ad assentarsi. Nei suoi confronti non viene assunto un provvedimento di sospensione, almeno sulle
prime: è in malattia.
L’accaduto resta chiuso nel più stretto riserbo, fino a
quando mercoledì scorso, alla vigilia di una giornata di festa, è in calendario
il collegio dei docenti. Due ore di confronto fitto fitto tra la dirigente scolastica e una cinquantina
di docenti quanti ne conta oggi la scuola. Qualcuno nota l'assenza della prof ma non ci dà peso: succede di assentarsi anche quando
all’ordine del giorno ci sono argomenti importanti.
Così lieve che ai più sfugge la
gravità della vicenda. Si fa spallucce, per lo più. Ma
ci sono anche capannelli. «Stavolta questa ha esagerato» si commenta. E finisce lì, perché è tardi e c’è da prepararsi per la
festa dell’Immacolata: domani non c'è scuola, ognuno sogna di evadere con la
famiglia. E di mettersi alle spalle, probabilmente,
questa brutta storia. Se non ci pensi, in fondo, è
come se non fosse mai accaduto.
Simona è tornata regolarmente a scuola sin dal giorno
successivo all’episodio. Lei è adorata dai compagni di classe e dagli altri
docenti. Ha un buon profitto, si dice, e quel