APPALTI: CONDANNATO EX TECNICO COMUNALE

 

Gazzetta di Caserta, 22 ottobre 2011

 

Maria Giovanna Pellegrino

 

Condannato tecnico comunale del comune di Calvi Risorta per aver favorito la ditta di Pasquale Mauro rappresentante legale del gruppo Gea Spa per un appalto di venti milioni di euro.

 

Ieri il processo a carico del dipendente Antonio Bonacci del comune di Calvi, il quale dovrà scontare una pena di due anni di reclusione con i benefici della condizionale. Alla sbarra era finito anche l’imprenditore Mauro Pasquale della Gea S.p.A., la società che era riuscita ad aggiudicarsi l’appalto in comune per i lavori di energizzazione su tutto il territorio di Calvi. Un appalto ventennale che aveva fatto gola a parecchie società perché significava insediarsi su quel territorio per diverse generazioni.

 

Poiché l’importo superava di gran lunga i parametri entro i quali i lavori potevano essere dati in affidamento, il Comune avrebbe dovuto indire una gara d'appalto. Secondo l’accusa invece Bonacci è intervenuto commettendo degli abusi d’ufficio per turbare l’asta. Dall’istruttoria si è cercato di capire se in cambio di tali vantaggi vi fossero state anche delle elargizioni di bustarelle ma ciò non é emerso.

 

Ma mentre per Bonacci vi è stata condanna, per l’imprenditore i giudici della seconda sezione penale collegio B del tribunale di Santa Maria Capua Vetere hanno sentenziato l’assoluzione. Costituito come parte civile il comune di Calvi assistito dall’avvocat0 Gianluca Di Matteo ed anche l’imprenditore Raffaele Parisi, la cui denuncia ha fatto scattare le indagini e poi il processo a carico dei due predetti.

 

I fatti risalgono al 2007.  Il comune di Calvi doveva provvedere ad una gara di appalto per affidare i lavori per il rifacimento di una nuova rete di energia elettrica su tutto il paese. L'importo era abbastanza consistente, si trattava di una somma di venti milioni di euro.

 

Le imprese inoltre per poter partecipare al bando dovevano avere anche il certificato di aver svolto lavori simili. Alla gara d'appalto avrebbe dovuto partecipare la ditta di Parisi la quale misteriosamente si vide escludere perché l’appalto fu dato alla Gea, società che tra l'altro non aveva i requisiti richiesti, perché non aveva mai effettuati lavori simili altrove. Inutili furono le proteste, si passò alle vie legali.