Calvirisortanews, 24 luglio 2011
Un Corvo svolazza sulla Città di Calvi Risorta, tutto vede
e tutto sa e poi scrive. Si, ma dove scrive e contro chi
e che cosa?
Scrive al sindaco Caparco, che poi in commissione
ristretta (lui e un suo amico assessore) decide che fine debbano
fare quelle cartacce avvelenate perché perfettamente anonime.
Ora, parliamoci chiaro, se una lettera anonima segnala una notizia di reato può anche sperare di trovare ascolto da qualche parte,
ma per tutto il resto il Comune non ha alcun obbligo di dare retta ai vari
mister X che scrivono contro tutti e contro tutto.
Comunque, l’importante è che una volta decisa una
linea di comportamento si adotti sempre la stessa. Altrimenti uno, le lettere anonime, se le può scrivere da solo e con il
marchio di un ente pubblico (come il Comune) avvalorarle agli occhi della
stessa Procura, e non sarebbe giusto. Anzi, sarebbe proprio una
schifezza sotto tutti i punti di vista.
IL CORVO COLPISCE SOLO I NEMICI DEI POTENTI
E adesso torniamo a Calvi. L’ultima
lettera anonima sarebbe stata scritta (il condizionale è d’obbligo) da un
gruppo di cittadini incazzati a morte perché beccati a evadere il pagamento di una determinata tassa. Gli stessi
cittadini curavano di indicare i loro guai nella persona dell’editore di questo
paragiornale web (neologismo inventato per l’occasione) che tanto darebbe fastidio anche agli amministratori pubblici. A
questo punto Caparco che fa? Ebbene, appone il sigillo
del comune alla lettera del Corvo e la fa volare in Procura. E
mica solo in Procura.
Nella spedizione ci sono anche il comando provinciale della Guardia di Finanza,
la sede principale della società di Autori e Editori e
il Ministero della Giustizia. E persino la Prefettura:
stavamo per dimenticarne uno. Naturalmente la segnalazione anonima è una
colossale cagata (scusate l’espressione poco profumata) e il castello
accusatorio crolla addosso a chi l’ha costruito.
Però, come condannare un comportamento così cauto di un sindaco e dei suoi
sodali politici di fronte a una segnalazione che
arriva da un gruppo di cittadini, anzi commercianti, infastiditi da uno che
andava predicando che certe tasse vanno pagate e che per evitare sanzioni c’è
una sola cosa da fare: mettersi a posto. La stessa persona che tanto dà
fastidio anche alla maggioranza? Che non può fare un
errore che finisce su internet? E così Caparco fa volare i
corvi (ma non tutti), verso la Procura della Repubblica. Bravo, bravissimo.
DUE PESI E DUE MISURE
Il fatto è che, almeno secondo i racconti borbottati tra
le mura del comune, sarebbero arrivati anche molti
esposti anonimi su fatti e presunti misfatti perpetrati anche in tema edile da
qualche assessore del governo Caparco. E che fine hanno
fatto quelle carte? Ci risulta che abbiano fatto la
fine che avrebbero dovuto fare tutte le segnalazioni anonime: sono finite nel
cestino della carta straccia: ben tagliuzzata, naturalmente. Due pesi e due
misure per delle lettere anonime nelle quali cambia
solo il nome della vittima della delazione. Ma allora
non tutte le lettere anonime finiscono in Procura col timbro del Comune! Se una
cosa del genere dovesse risultare vera, Caparco
dovrebbe solo rimettere la fascia tricolore da sindaco nelle mani del Prefetto.
I Corvi sono stati fatti volare in Procura anche sul caso di Tina Izzo e della
sua presunta irregolarità in un riadattamento edilizio. Già, ma anche in questo
caso (stranamente) la Izzo è un politico schierato
contro la maggioranza Caparco. Come non pensare a male, come non insinuare il
dubbio giornalistico?
CARI CALENI, RIDATECI IL CORVO VERO
Ci vorrebbe una belle lettera NON
ANONIMA indirizzata alla Procura della Repubblica con la richiesta di
accertare l’esistenza in comune di un paio di censori che decidono chi e che
cosa amplificare o soffocare. Oppure ci vorrebbe
l’intervento di un Corvo. Di un Corvo vero però, che colpisce
i potenti e non li difenda, che combatta le ingiustizie e non le copra.
Un corvo che denunci chi non paga le tasse e non chi cerca di farle pagare.