L’antico
seminario apostolico di Calvi Risorta
Il Mattino, 28 aprile 2011
Silveria Conte
Il caseggiato fu comprato dal vescovo Filippo Positano, nel 1721, per 500 ducati, e altri 300 ne furono
spesi per lavori di riadattamento. Una settantina gli
alunni, i maestri e i lettori ospitati nei suoi spazi composti da un salone, il
refettorio, due scuole, la cucina, le camerate e la cappella.
Si tratta dell’antico seminario apostolico di Calvi Risorta, un gioiello del 1700 inaugurato dal papa
Benedetto XIII il 16 maggio 1727, mentre ritornava da Benevento a Roma, motivo
per il quale gli venne dato l’attributo di «apostolico». Un complesso di grande valore che fu persino «altare privilegiato in
perpetuo» (ossia un luogo in cui vi si celebra la Santa Messa con Indulgenza
Plenaria), del quale, purtroppo non è rimasta alcuna traccia.
Un tassello importante per la storia di Terra di Lavoro,
dunque, definito dalle cronache dell’epoca «l'albergo delle Scienze e delle
Muse» e che è stato oggetto di un recente sopralluogo da parte di alcuni architetti campani che hanno realizzato dei
rilievi cartacei e fotografici del Seminario in vista di una prossima
pubblicazione, curata dal laboratorio di restauro della facoltà di Architettura
dell’Università «Federico II» di Napoli.
Il gruppo di studiosi, guidato dagli architetti Salvatore
Polverino di Marano e Roberto Biele di Benevento,
grazie alla disponibilità del parroco don Antonio Santillo che ha aperto il
monumento, normalmente chiuso, e di Paolo Mesolella dell’Archeoclub
Cales che lo ha guidato sul posto, ha potuto realizzare la prima parte del
rilievo e fotografare la struttura.
«Lo scopo - ha detto l’architetto Polverino - è quello di
realizzare un progetto di restauro del monumento, in
vista di una prossima pubblicazione curata dall’università di Napoli e dedicata
proprio al seminario caleno». Ma qual è oggi lo stato
del prezioso complesso dell’Antica Cales? «Purtroppo oggi la struttura è invasa
dalla vegetazione, nel cortile interno sono cresciuti veri e propri alberi, e
poi è sostenuta da travi che la rendono appena praticabile – spiega Mesolella -
e all’interno presenta buche, frane e muri rotti».
Oggetto di un parziale restauro avvenuto qualche anno fa
che ha coinvolto solo poche stanze, oggi all’interno del seminario risultano scomparsi anche molti stucchi e marmi che
adornavano le pareti.
Una fra queste è la lapide che riportava la data di
fondazione: «Una volta alla settimana il medesimo
Filippo (Positano) lo provvide di annue rendite e
pago nei suoi voti, compì a perfezione i suoi doveri. Il
Capitolo di Calvi a così insigne presule e tanto ricco di meriti per gli
innumerevoli benefici verso la chiesa, questo monumento pose. Anno
dell’Era cristiana 1727».
I vecchi confessionali e i legni che formavano l’antico
coro del settecento dove pregavano gli otto canonici caleni sono infine
accantonati nelle sale a piano terra, in stato di abbandono.
E chissà se il rinnovato interesse per questo luogo da parte del mondo
accademico (seguiranno infatti altri sopralluoghi e
rilievi da parte dello staff di architetti) riporterà all’antico splendore
questo tesoro dimenticato.