L'ANTICA CALES SI SBRICIOLA

 

Gazzetta di Caserta, 08 aprile 2011

 

Gianni Del Monte

 

Il degrado e l'abbandono divorano l’antica Cales. L’attacco dei tombaroli è costante, da anni, i cumuli di immondizia albergano in ogni angolo. Ora, anche l'usura presenta il conto e sbriciola parte delle maestose mura che cingevano l’antica e opulenta città.

 

Pochi giorni fa due grossi blocchi delle antiche mura si sono staccate crollando, dopo un volo di circa venti metri, verso il letto del rio Lanzi. Una conseguenza inevitabile di uno stato di abbandono che si protrae da decenni.

 

"Una situazione di disagio - spiega Silver Mele, consigliere comunale di Calvi Risorta con delega ai Beni Culturali - che accomuna noi amministratori comunali, solerti nel segnalare e denunciare la triste realtà di in cui versa Cales, ai funzionari della Sovrintendenza che lottano quotidianamente con una evidente penuria di uomini e fondi per poter intervenire in maniera concreta e diretta. E' clamoroso, ad esempio, che dal Teatro romano siano state addirittura divelte le grate in ferro zincato inizialmente predisposte per delimitarne i confini: tutta l’area è regolarmente preda dei tombaroli".

 

Mele, poi, lancia l’allarme per ulteriori possibili crolli che potrebbero interessare il sito. "C'è il rischio - afferma Mele - che anche il Teatro possa crollare per le continue infiltrazioni d'acqua e per l’invadenza della vegetazione. La nostra amministrazione, conclude Mele - è riuscita ad ottenere un finanziamento per la messa in sicurezza del Castello Aragonese".

 

Una lunga lista di episodi che evidenzia l’assenza di efficaci controlli a salvaguardia dei beni archeologici. Nel 1997 vennero trafugate alcune colonne che facevano parte di una grande struttura  templare, o probabilmente un grande santuario. Due anni prima, nella primavera del 1995, era stata interamente saccheggiata una piccola necropoli, tardo antica, contigua alle strutture che - secondo l'archeologo Werner Johannowsky - apparterrebbero ad un complesso abitativo greco.  

 

Un quartiere interamente abitato da sacerdoti addetti ai riti sacri che si tenevano nei pressi dei due pozzi sacri rinvenuti a pochi metri dal ponte dell'autostrada A1. La zona sacra di probabile pertinenza ellenistica, venne saccheggiata nel 2001. Nel 2007, invece, ignoti avviarono uno scavo clandestino all’interno del teatro. Nel 2009 venne smontata e trafugata la recinzione in alluminio - alta circa due metri - posta a protezione del teatro".