Calvirisortanews, 17 marzo 2011
Nei giorni dell’Unità non ci piaceva l’idea di scrivere un
articolo che potesse in qualche modo divide i caleni
dai caleni e nemmeno l’amministrazione comunale dagli amministrati.
E invece siamo costretti a farlo. Sono i fatti a imporcelo, il modo di fare del sindaco di Calvi Risorta,
Antonio Caparco, che a nostro avviso commemorando (a modo suo, come sempre) i
150 anni dell’Italia unita si è reso protagonista dell’ennesima gaffe
comportamentale; anzi due.
Il primo scivolone è di pura violazione dell’etichetta pubblica, del buon
gusto, di quel manuale non scritto “delle priorità e delle precedenze” che avrebbe dovuto suggerirgli (visto che non l’hanno fatto i
suoi fedelissimi dell’esecutivo e nemmeno i suoi favori della proloco Cales di Gianleno De
Vita) durante il corteo per le vie di Calvi di seguire, stare al seguito e non
davanti, la corona di alloro che di lì a poco sarebbe stata deposta ai piedi
del monumento ai caduti.
E invece, Caparco, manco fosse stato il presidente
della Repubblica (ma nemmeno Napolitano si è mai
permesso tanto) precedeva in corteo la corona, quasi come se di lì a poco gli
sarebbe dovuta essere deposta sul capo. Ve la immaginate la scena? I fedelissimi De Biasio e De Vita che incoronano colui che
fa finta che a Calvi esiste una sola proloco, ossia
lo stesso che ha dato il posto da vicesindaco al De Biasio sacrificando il
dottore Marrocco? Ecco la scena.
“Signore e signori, abbiamo il piacere di incoronare re Caparco, sovrano
assoluto dell’antica Cales. Colui che deciderà fino a
che ora si può tenere acceso lo stereo nei bar, di che materiale devono essere
gli infissi dei locali pubblici, quanti ammortizzatori ogni anno devono essere
sostituiti sotto le automobili che transitano sui dossi artificiali e quante
volte al giorno si può andare al bagno a fare pipì”.
E invece no, quella corona aveva ben altro
destinatario e De Biasio non era nemmeno presente alla scena. Era perfettamente
assente, come la maggior parte dei suoi colleghi di maggioranza. E Caparco? Lui dovrà ringraziare a vita (e non a De Vita) i
bambini delle scuole se ha potuto evitare la figuraccia infelice di portare
avanti una manifestazione così importante da solo, in una piazza semideserta.
De resto era difficile prevedere che quest’anno
Caparco celebrasse l’Unità d’Italia visto che,
trascurando le commemorazioni dello scorso 4 Novembre, stava quasi quasi dando a tutti l’idea di non tenere in nessuna
considerazione le manifestazioni di patriottismo.
Ma andiamo avanti. Andiamo, a
un aspetto della manifestazione che, come possiamo facilmente vedere cliccando sul web è sfuggito persino al sempre più attento
Zacchia e al suo Pd che sembra aver aumentato il
passo da quando si è diffusa la voce in città dell’intenzione da parte
dell’Associazione Demetra, di pensare a nuove
strategie di comunicazione e di rilancio del sito e della web-Tv.
E allora ci pensa, modestia a parte, Calvi Risorta
News a tenere gli occhi aperti su quello che nel frattempo succede a Calvi. Ed
è così che ci siamo accorti che Caparco, sempre durante le celebrazioni
dell’Unità ha inneggiato più volte alla Patria, al
valore delle cose create e fabbricate in Italia sbandierando però, incredibile
ma vero, bandierine made in Cina...
Anzi, tutte le bandierine poste in piazza nelle mani dei bambini erano “made in Cina”. Chi le ha comprate? Ma il
presidente della proloco Cales, anche se con i soldi
del Comune com’è facile immaginare. Ora chi glielo dice a Caparco e De
Vita che hanno fatto una figura barbina e ipocrita
davanti a quei ragazzini e alle loro maestre invitando a valorizzare il made in Italy ma sventolando
bandierine cinesi? Noi non di certo perché non abbiamo nessuna voglia di
litigare nel 150esimo giorno dell’Unità d’Italia.