Giorgio Magliocca ha iniziato lo sciopero della fame e della sete

 

Portale di Pignataro, 12 marzo 2011

 

Lo sciopero della fame e della sete di Giorgio Magliocca sarebbe iniziato ieri, dopo l'interrogatorio di garanzia.


"Giorgio Magliocca è provato dall'arresto, ma è anche molto reattivo" - ha dichiarato l'avvocato Filippo Trofino -.


Il Sindaco dimissionario ha risposto in modo puntuale alle contestazioni che gli ha fatto il Gip.


La procura sostiene che avrebbe favorito il clan Ligato-Lubrano in cambio dell'appoggio elettorale.


"Ma se è vero che nel 2002 venne eletto con il 60% dei voti, non si capisce perché nel 2006 avrebbe vinto solamente con quattro voti di scarto sul suo avversario , Raimondo Cuccaro" - ha aggiunto il legale di Magliocca, che prosegue - "Gli viene contestata anche una gestione non proprio puntuale ed efficiente dei beni confiscati. E devo dire che gli addebiti fatti sono veramente puntuali. Ma Magliocca si è difeso sostenendo si tratta di disfunzioni amministrative, insomma negligenza più che connivenza con il clan".


"I giudici - continua l'avvocato Trofino - nelle accuse a Magliocca, partono da un caposaldo: una cena al ristorante Ebla di Triflisco con il boss Lello Lubrano, con altri due commensali, tra cui l'autista dello stesso Lubrano ed Eliseo Cuccaro, nipote di Raimondo Cuccaro, il consigliere comunale di opposizione suo avversario nell'ultima competizione per le amministrative.


Al processo c'è stata la testimonianza di Rosa Nuvoletta, moglie di Lello Lubrano che dice di ricordare vagamente della cena di cui gli aveva riferito il marito e dice anche di non ricordare chi erano i commensali. Invece i proprietari del ristorante hanno seccamente smentito che ci sia stata la cena. Insomma su questo versante Magliocca teme un complotto da parte degli stessi esponenti del clan Ligato-Lubrano che testimonierebbero il falso per fargli pagare la sua ostilità nei confronti del sodalizio criminale".


Con lo sciopero della fame e della sete Magliocca vuole palesare il suo disappunto per quella che ritiene essere un'accusa ingiusta.


Non tollera, Magliocca, l'idea che possa essere associato ai clan mafiosi locali, pur non respingendo del tutto l'ipotesi che posano essere stati commessi errori sulla gestione dei beni dovute a malfunzionamenti della macchina amministrativa.


A confermarci la notizia è il giornalista Raffaele Sardo, che abbiamo contattato a seguito del suo articolo apparso sulla pagina di Repubblica Napoli.