LA DISAMMINISTRAZIONE CAPARCO NON RISPETTA IL PATTO DI STABILITA’ NEL 2010

 

PD Calvi Risorta, 05 febbraio 2011

 

Tanto tuonò che piovve e l’amministrazione Caparco venne travolta dalla tempesta dei rigori della legge 133 del 6/08/2008. Il Comune di Calvi Risorta non ha rispettato il “Patto di stabilità  interno 2010”.

 

Questo si evince, non da una dichiarazione ufficiale del sindaco, bensì da un atto ufficiale  dell’ufficio tecnico, che suo malgrado deve ammettere che il Comune di Calvi Risorta non ha rispettato per l’anno 2010 il patto di stabilità.  Precisamente il responsabile del settore tecnico ing. Sergio Santillo (cugino del sindaco Caparco) nella determina a sua firma n° 59 R.G. del 24/01/2011 affermava: - Per l’ottenimento del finanziamento regionale si richiede l’assunzione di un mutuo da parte dell’Ente (Comune)

- L’Ente  non ha rispettato il “patto di stabilità interno per l’anno 2010 ed è pertanto soggetto alle sanzioni previste dalla legge

-  Al momento non esiste certezza della possibilità  di finanziamento dell’opera nell’anno 2012 da parte della Regione.

 

Finalmente abbiamo un documento ufficiale in cui si afferma che il Comune di Calvi Risorta non ha rispettato il “Patto di stabilità 2010”. A tutt’oggi i nostri “disamministratori”  si erano barcamenati, con l’accusare la Regione per il mancato finanziamento  di alcuni progetti (dichiarazioni dell’assessore De Vita in Consiglio Comunale). La verità ufficiale si saprà solo il 31/01/2011 data entro la quale deve  essere inviata la relativa comunicazione al Ministero (siamo in attesa di conoscerla). Siete stati smascherati!!! 

 

Avete dimostrato che con ben due ASSESSORI al BILANCIO  (De Biasio  e De Vita ndr), pagati dai cittadini caleni, non siete stati in grado di evitare il tracollo delle casse comunali!!  Assessori De Biasio e De Vita dimettetevi  fareste sicuramente più bella figura!!! 

 

Veniamo adesso alle sanzioni che la legge prevede per gli Enti che non rispettano il “Patto di stabilità:

1) Per l’anno successivo riduzione dei contributi ordinari dal Ministero dell’Interno nella misura del 5%. (Meno soldi per i servizi che eroga il Comune).

2) Divieto di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo comprese le stabilizzazioni (qualche LSU era stato forse illuso??? Meditate LSU!!!), divieto per le  assunzioni a tempo determinato, divieto di ricorso a contratti di somministrazioni, divieto di conferimento di co.co.co e  divieto di stipula di contratti di servizio con privati che possono costituire forme di elusione di tali divieti (sono forse i contratti di collaborazioni??  Su questo punto ci ritorneremo con un articolo!!!)

3) Dall’anno successivo al mancato rispetto del patto, l’importo annuale degli impegni di spesa corrente non può superare quello minimo dei corrispondenti impegni effettuati nell’ ultimo triennio!!!

4) Non è possibile ricorrere ad indebitamento per il finanziamento di investimenti, in sede di contrazione di nuovi mutui l’Ente deve allegare il rispetto del patto di stabilità (praticamente il Comune non può contrarre mutui, determina n°59 docet);

5) l’articolo 8 comma 1 del CCNL 11/04/2008 vincola l’incremento del fondo delle risorse decentrate tra l’altro anche al patto di stabilità (cari dipendenti comunali il vostro salario accessorio non avrà incremento);

6) Infine l’unica nota lieta per i cittadini di Calvi Risorta è la riduzione del 30% dell’indennità di funzione (stipendio) al sindaco e agli assessori, finalmente il loro stipendio viene decurtato per: “MANIFESTA INCAPACITA’ AMMINISTRATIVA”!!!!! 

 

Cari lettori vi chiediamo scusa per essere stati troppo “precisini”, ma l’argomento trattato è molto tecnico e non bisogna fare errori, altrimenti poi, il burocrate di turno, suo malgrado, ci può bacchettare (a comando) !!! Cari (è un eufemismo) amministratori di maggioranza avete toccato il fondo!!!! Fate uno scatto d’orgoglio ribellatevi  all’oligarchia dei Caparco – Santillo  dimettetevi, ne va della vostra dignità !!!! 

 

Prossimamente parleremo della zona PIP (assessore Martino dovrai spiegare alcune cose).