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Portale di Pignataro, 04 febbraio 2011
Pietro Ricciardi
Il sottoscritto non ha potuto fare a meno di constatare quanto interesse - ai limiti del morboso e
dell'ossessivo - sia stato rivolto, in un divertente comizio elettorale on-line
e al coperto, nei confronti del proprio incarico in qualità di Consigliere di Amministrazione
della Pignataro Patrimonio, da parte dei membri di una redazione dal retrogusto
di comitato elettorale.
Costoro sembrerebbe ritengano che il ricoprire il ruolo di amministratore
sia una colpa da espiare nell’ultimo girone dell’inferno. Sembrerebbe. Perché a
ben vedere sono in realtà mossi da interessi simili a
quelli delle persone che contestano. Ne è la riprova
il tentativo fallito in quel di Calvi Risorta di ottenere incarichi in un
inesistente ufficio stampa del Comune.
Il sottoscritto, tuttavia, al contrario, è orgoglioso di essere uno delle
persone che dal primo giorno di nascita della società ha preso parte alla sua
creazione e di aver avuto un ruolo nell’ottenimento dei risultati che l’azienda
può oggi vantare. Sono orgoglioso di poter dare un contributo nel settore
ambientale al mio paese, che grazie alla Pignataro Patrimonio
ed ai cittadini di Pignataro è tra i primi 10 comuni ricicloni
della provincia di Caserta.
E' comprensibile che il fatto di ricevere un indennizzo per l’incarico che si
ricopre possa suscitare qualche fastidio in chi si trova "dall'altro lato
della barricata". Quello degli incarichi è però un male necessario, visto
che vi fanno ricorso tutte le forze politiche, da
decenni, per poter gestire quegli enti strumentali che nessuno potrebbe
assumersi l'onere di gestire tranne che non si tratti di qualche mecenate che
se lo possa permettere. Il sottoscritto ha il tatto e l’educazione di non
andare a disturbare i morti per dimostrarlo.
Il compenso percepito quale amministratore della Pignataro Patrimonio è un dato di fatto. Esso è
tuttavia commisurato all’elevato impegno, alle qualità richieste a chi deve
ricoprire questo ruolo, e soprattutto all’elevatissimo grado di responsabilità
che questo incarico comporta. Ancor più in un settore – quello ambientale –
sotto l’occhio attento delle forze dell’ordine, della magistratura e di una
politica che ha rinunciato all’esercizio della propria “arte” proponendosi in
quella di “produzione seriale di denunce”, oltre ad essere al centro di
speculazioni capziose di certa stampa politicizzata.
Come scritto in un precedente editoriale, è intenzione del sottoscritto seguire
le prossime amministrative come operatore dell’informazione con lucido
distacco. Questo nonostante il ruolo nella municipalizzata,
che sarà portato avanti con determinazione fino al termine del mandato che
scadrà con l'insediamento della prossima amministrazione. Va sottolineato, perché non sfugga, quindi, che qualunque sia
l’esito delle prossime amministrative, queste segneranno la fine del mio
mandato, per cui non ho alcun “interesse personale” da difendere. Il mio lavoro
è a termine, il mio ruolo pro-tempore.
È chiaro che a mentire non è chi mostra dei documenti ufficiali, firmati, ma chi si abbandona a comizi elettorali, credendo
di intimorire chi ancora pretende di continuare a contribuire ad un quotidiano
che in dieci anni di presenza sul territorio ha garantito pluralismo, e che è
restato un “giornale”, non trasformandosi mai in comitato elettorale, nonostante
chi scrive avesse in passato la facoltà di farlo.
Chi si atteggia a grande giornalista, lo dimostri con
i fatti, non offendendo le persone delle quali scrive o parla; non offendendo
chi è iscritto al suo stesso Ordine, anche se tre anni dopo; non offendendo
l’intelligenza dei propri lettori e quella dei lettori dei giornali
concorrenti. Le offese ad una testata giornalistica seguita dai caleni di tutto
il mondo, che contribuiscono ad arricchirne il contenuto, è, oltre che deontologicamente scorretto, poco educato nei confronti dei
lettori che da 2 lustri hanno seguito e continuano ad essere aggiornati sui
fatti che accadono nella nostra terra grazie a CdP.
La sede della nostra redazione è in mezzo alla gente, perché è per loro che
scriviamo, è a loro che parliamo, è a loro che dobbiamo
dar conto. La stima che migliaia di lettori hanno verso di noi sono il nostro
vero patrimonio. Ed è questo il patrimonio che dà
fastidio. Le indennità passano, come le poltrone. Chissà domani che vivrà di indennità e siederà sulle succose poltrone. Forse i
moralisti che oggi predicano il “mecenatismo politico” .
Il patrimonio di CdP, invece, non passa, non è
disponibile. Fatevene una ragione.