APPELLO
ECO4: IL PG CHIEDE TREDICI CONDANNE
Gazzetta di Caserta, 04 febbraio 2011
Riforma in pejus della sentenza
di primo grado per quattro imputati, condanna per i tre che erano stai assolti e conferma della pena per gli altri sei, queste
in sintesi le richieste del procuratore
generale nel processo dinanzi alla seconda sezione della corte d'appello che
riguarda la prima tranche d'indagine sull'Eco4, celebrato in prima istanza con
il rito abbreviato davanti al gup Enrico Campoli del
tribunale di Napoli.
LE RICHIESTE DEL
PROCURATORE GENERALE AL TERMINE DELLA REQUISITORIA
Il titolare dell’accusa ha chiesto
cinque anni e otto mesi di reclusione per l'ex presidente del Consorzio Ce4
Giuseppe Valente (aumento di quattro mesi della pena); quattro anni e mezzo per
il titolare dell'Ec04 Sergio Orsi, con un aumento di un anno e quattro mesi
della pena; sette anni e mezzo per gli imprenditori Gennaro Sorrentino
(pena maggiorata di un anno e mezzo) e Giuseppe Diana della Diana gas (con un
aumento di due anni e sei mesi). Il procuratore generale ha chiesto la condanna a tre anni
per Claudio De Biasio, ex direttore generale del Consorzio Ce4; a due anni e
otto mesi per Ernesto Raio, funzionario della
Prefettura e ad un anno e mezzo per Giovanni Romano. Questi ultimi tre erano
stati assolti nel procedimento di primo grado. Per tutti e sette vi era stato
l'appello del pubblico ministero Alessandro Milita
della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Il procuratore generale ha
poi chiesto la conferma delle pene di tre anni e due mesi per l'ex consigliere
comunale Maria D’Agostino; un anno e undici mesi per Vincenzo Filoso, dieci anni e otto mesi per Giuseppe Fragnoli, quattro anni al collaborante Augusto La Torre,
cinque anni e quattro mesi ad Aniello Pignataro, un anno e undici mesi a
Giacomo Fragnoli. Il processo è stato rinviato per le
discussioni degli avvocati Giovanni Zannini, Angelo Raucci, Mario Griffo e Carlo De Stavola.
IL RUOL0 CENTRALE DI
GIUSEPPE VALENTE E DI MARIA D'AGOSTINO
Uno dei ruoli centrali del processo è quello di Giuseppe
Valente, al quale sono stati contestati i reati di concorso esterno in
associazione camorristica e truffa aggravata. Secondo
gli inquirenti sarebbe stato la "cerniera tra la sfera politico-amministrativa
comunale, il potere imprenditoriale e l’aggregazione
mafiosa". Avrebbe perseguito gli interessi di tutti con mefistofelica
abnegazione, riuscendo a mediare tra le parti e riuscendo a far convergere gli
obiettivi. Secondo gli inquirenti avrebbe indotto gli esponenti del clan La
Torre ad assicurare un concreto appoggio alla giunta retta da Ugo Conte, che è imputato davanti ai giudici del tribunale di Santa Maria
Capua Vetere, e dall'altra parte avrebbe restituito al clan il favore
utilizzando l'Eco4, attraverso laute tangenti e assunzioni di dipendenti legati
in buona parte proprio al clan camorristico mondragonese. La conseguenza sarebbe stata un esponenziale
controllo del clan La Torre-Fragnoli del territorio,
un progressivo asservimento dell’Eco4 agli interessi politici e mafiosi. Già
nella prima parte dell'inchiesta, dalle numerose intercettazioni, emerge che venivano effettuate troppe assunzioni che non avevano alcuna
giustificazione. Nell'ordinanza, gli inquirenti sottolinearono
che “appariva estremamente chiaro che il clan La Torre avesse massimo interesse
a dare sostegno all'amministrazione comunale guidata da Ugo Conte, grazie ai
benefici che garantiva loro, segnatamente per il tramite dei benefici garantiti
alla Eco4 spa e gli scenari politici”. Per quanto riguarda la posizione di Maria D'Agostino, consigliere
comunale tra il 1999 e il 2004, veniva contestata l'accusa di aver fatto
pressioni per far assumere i fratelli, che secondo l'accusa avrebbero percepito
lo stipendio senza aver mai lavorato. Reato aggravato dall'aver agevolato il
clan La Torre-Fragnoli.
LA VICENDA DEGLI
IMPRENDITORI DEL GAS SORRENTINO E DIANA
A Gennaro Sorrentino e a
Giuseppe Diana viene contestato il reato di concorso
esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso. Avrebbero ricevuto la
tangente di quindicimila euro dai fratelli Orsi e l'avrebbero versata nelle
casse del clan La Torre-Fragnoli (dal mese di marzo
del 2001 al mese di giugno del 2005), favorendo così
la latitanza dei capiclan e pretendendo l'assunzione
presso l'Eco4 di familiari di esponenti del clan. I Fragnoli,
La Torre e Pignataro rispondono di estorsione
aggravata. In questo processo SERGIO Orsi ha il
duplice ruolo di vittima e imputato. Il fratello Michele è stato ucciso dal
gruppo di fuoco di Giuseppe Setola il primo giugno del 2008.