'MAREA NERA', TUTTI I NOMI DEGLI ARRESTATI

 

CasertaCE, 28 gennaio 2011

 

La foto di un carabiniere diede il via: il percolato finì nei depuratori che già funzionavano male

 

Otto arrestati sono finiti in carcere: tra loro Generoso Schiavone e Claudio De Biasio. Sei sono agli arresti domiciliari. 38 indagati: tra loro Bassolino e Nappi

 

'MAREA NERA', TUTTI I NOMI DEGLI ARRESTATI La foto di un carabiniere diede il via: il percolato finì nei depuratori che già funzionavano male

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'inchiesta che ha portato all'arresto del prefetto Corrado Catenacci, dell'ex braccio destro di Guido Bertolaso Marta di Gennaro, dell'ex direttore generale del ministero dell'Ambiente Gianfranco Mascazzini e di altri 11 tra funzionari pubblici e gestori di impianti di depurazione (denominata "Marea nera" dal colore che assunsero le acque del litorale domitio e non solo dopo lo sversamento in sette depuratori non idonei di percolato prodotto nelle discariche e negli impianti di trattamento di rifiuti solidi urbani campani), è partita anche dalle fotografie scattate nella discarica di Villaricca da un carabiniere che è stato già protagonista dell'inchiesta 'Rompiballe'.

 

In quelle immagini, il percolato tracimante dallo sversatoio nell'area giuglianese zampilla verso l'altro, mentre la massa liquida è a pochi centimetri dal bordo della discarica.

 

Le indagini, condotte anche con intercettazioni, hanno portato all'emissione di 14 provvedimenti restrittivi.


Sono otto per la custodia cautelare in carcere, notificati a Claudio De Biasio, già coinvolto in altre inchieste sul tema rifiuti, Lionello Serva, Giovanni Melluso, Generoso Schiavone, Antonio Recano, Vincenzo Mettiver e Antonio Tammaro, questi ultimi due gestori di impianti di depurazione.


Sei i provvedimenrti per gli arresti domiciliari, notificati a Catenacci, Di Gennaro, Mascazzini, al direttore del servizio Ecologia della Regione Mario Lupacchini, e a due gestori di impianti, Errico Foglia e Gabriele Di Nardo.

 

Indagate complessivamente 38 persone, tutte legate a strutture commissariali nel periodo tra luglio 2006 e il dicembre 2009, anni in cui si sarebbero commessi, secondo l'accusa, reati di associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti, varie fattispecie di falsità ideologiche in atto pubblico, truffa ai danni di enti pubblici e disastro ambientale.

 

Tra queste l'ex presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, l'ex suo capo della segreteria politica Gianfranco Nappi e l'ex assessore regionale Luigi Nocera.

 

Le indagini, precisa una nota della Procura di Napoli, non hanno portato "alla enucleazione di aspetti di criminalità organizzata".
A partire dal 2006, è la tesi d'accusa, e cioè dopo la risoluzione del rapporto tra Regione e Fibe-Impregilo per la gestione del ciclo di smaltimento dei rifiuti, il percolato proveniente da discariche e impianti campani, "altamente inquinante" e "in elevate quantità", fu conferito in assenza di autorizzazioni a depuratori "già di per inadeguati ad assicurare la normale depurazione", con la "concreta, continuativa e imponente attività di sversamento lungo il litorale campano di reflui inquinanti e non depurati", determinando un disastro ambientale, attraverso la complicità di soggetti privati e pubblici, "controllati e controllori", con false dichiarazioni e attestazioni pubbliche.