È IL RAME IL NUOVO BUSINESS IN PROVINCIA DI CASERTA DELLA MALAVITA

Calvirisortanews, 18 dicembre 2010

 

Vito Taffuri

 

È notte tra Calvi Risorta e Teano quando una banda di ladri di rame, qualcuno lo chiama ‘oro rosso’ entra in uno stabilimento da tempo dismesso, per motivi di fallimento. La zona è quella attigua al Centro Edile Izzo.
Un bottino da quasi 30 mila euro.


Ci sarà rimasto male il nuovo proprietario, struttura acquistata tramite il tribunale fallimentare che ora avrà davvero poco da recuperare l’impianto elettrico è tutto da rifare, non ci sono rimasti nemmeno più i fili elettrici per accendere la luce.


Un luogo, quello saccheggiato, che un nome ce l’ha: si chiama ex Mirage Marmi S.R.L. ed è ubicato sulla strada statale Casilina. Un furto incredibile e che per certi versi integra la casistica.


Infatti, di solito ad essere presi di mira sono: cimiteri, chiese, zuccherifici, le linee ferroviarie e ora… alla lista possiamo aggiungere, almeno per l’alto casertano, le industrie dismesse. Insomma, i ladri di rame si attaccano a tutto per riuscire a racimolare un po’ di questo metallo, talmente ambito e costoso, da essere definito “oro rosso”.


Vasi, tettoie e addirittura crocifissi divelti dalle tombe nei cimiteri in Toscana e in Puglia, ma anche grondaie di palazzi e di chiese, smontate e portate via per essere rivendute o riutilizzate sul mercato illegale. I furti di rame in Italia sono raddoppiati nel 2006 rispetto all’anno precedente e il fenomeno sta diventando sempre più preoccupante anche perché le quotazioni di questo metallo sono salite moltissimo.


Oggi una tonnellata arriva a costare anche 8 mila euro. Il rame d’altronde - metallo di base utilizzato nell’edilizia, nei trasporti, nell’elettrotecnica e nell’industria - è considerato il miglior conduttore elettrico, dopo l’argento.


Sul posto, nei giorni scorsi, i carabinieri hanno ispezionato lo stabilimento effettuando rilievi fotografici e richiedendo poi una computa dei danni. Valutazione che non si scosterebbe da una cifra molto vicina a quella denunciata, ossia quasi 50mila euro. Anche se ad essere più colpito è il rame, i furti riguardano anche altri metalli pregiati, non ferrosi, come l’ottone e l’alluminio.