BIGLIETTINI DI CARTA STRACCIA A POSTO DI FATTURE PER IL PREMIO CALES: UNA QUESTIONE FISCALE CHE FINIRA’ ALL’ATTENZIONE DELLA GDF

Calvirisortanews, 14 dicembre 2010

 

Vito Taffuri

 

Pare che nemmeno l'arrivo del nuovo anno possa far cambiare qualcosa di significativo in seno alla maggioranza di Antonio Caparco e dei suoi allegri plaudenti, come gli hanno definiti in una geniale intuizione dei consiglieri di maggioranza Giovanni Marrocco e Nicola Cipro, defenestrati dal sindaco.


Siamo andati a spulciare tra le carte e nei pagamenti che questa amministrazione effettua come se ci trovassimo in un mercatino del Medioevo nei confronti della proloco. Però attenzione, parliamo di una sola proloco, ossia la proloco cales e non della proloco cales novi (questa non finanziata e diretta da Pasquale di Stefano).


Ebbene su sette documenti fiscali solo due sono fatture, il resto sono solo ricevute che, in una città normale, non potrebbero e anzi possono servire per ottenere rimborsi: soprattutto da un ente pubblico come lo è il Comune.


È vero anche che il finanziamento per le attività di quest’anno, estate calena 2010, è già stato erogato, ma questo non vuol dire che quegli stessi soldi una volta finiti nelle mani dei consegnatari (gli attivisti della proloco) debbano diventare carta straccia per il fisco italiano. Che possiamo farci, quando su un pezzo di carta non troviamo l’imposto Iva, ossia la parte che legalmente deve andare allo Stato ci incazziamo come matti.


Anche perché il Comune dovrebbe essere il primo a dare l’esempio e non incentivare l’emissione di carta straccia al posto di ricevute fiscali, ritenute di acconto o fatture. Anche gli scontrini vanno bene, ma, come dire, uno scontrino da dieci euro su un totale da diecimila di spese fatturate: non di più. E poi questi scontrini, non possono e non devono essere portati alla cassa per la riscossione di premi a favore di persone che non appartengono al gruppo dirigente della proloco.


E allora, e questo lo diciamo direttamente all’ufficio delle entrate, se provate a guardare i foglietti di pagamento relativi alla richiesta di rimborso, vi sentirete ancor più immersi in una atmosfera lontana secoli e secoli.


Siamo nel 2011, ormai, ma il sistema di pagamento agli "artisti" venuti al Premio Cales è lo stesso del mercato illegale del Medioevo: foglietti di carta sui quali si firma (con una tratto di scrittura poco chiaro e molto incerto) e si consegnano soldi dei cittadini senza avere in cambio dai soggetti pagati una ricevuta fiscalmente valida per i riscontri pubblici.


Il Premio Cales, appunto, quella manifestazione organizzata e presentata da Silvestro Mele, il presidente del Consiglio comunale che dovrebbe sapere la differenza che passa tra un pezzo di carta e una ricevuta fiscale.


Ma ecco l’ultima bacchettata: il Comune non può secondo noi finanziare associazioni private (e la proloco dal 1990 è per legge un’associazione privata senza diritti di precedenza rispetto all’ultima delle associazioni esistenti al mondo).


Il Comune per intenderci può per legge solo erogare contributi non finanziamenti i privati che devono reggersi con il cosiddetto autofinanziamento. E devono anche dimostrare gli incassi fatti con eventuali vendite ai banchi della festa. Ma questo è un altro argomento che intendiamo andare ad accertare direttamente con gli organi competenti della provincia e con la Guardia di Finanza.