Caserta24ore, 09 dicembre 2010
C’è un pezzo di Calvi, nel libro “Garibaldi, i Briganti e
gli Emigranti” edito, di recente, dalla casa editrice “Il Mezzogiorno”.
L’autore Gianluca Parisi, come un reporter dei tempi
moderni, attingendo da fonti storiche riproduce in tempo reale un fatto storico
avvolto ancora da tanti dubbi e misteri.
Il racconto inizia subito dopo la Battaglia del Volturno
quando le truppe Garibaldine avanzano verso la direttrice di Teano ed
installano il loro quartier generale proprio a Calvi Risorta il giorno prima dell’incontro tra Garibaldi
e Vittorio Emanuele di Savoia. Un giovane caleno, Giuseppe Zona fece da guida
alle truppe garibaldine.
Tra i passi del romanzo storico si legge: “… molti garibaldini e parte delle
truppe, si spostarono bivaccando nei pressi di due paesi Martini e Zuni alla
base dei monti alla destra di Calvi, dove potevano reperire
facilmente le provviste dai contadini… Seguendo il corso di un fiumiciattolo si
raggiungeva una zona chiamata Preturo o Petrulo dove
c’erano delle altre abitazioni sorte intorno ai ruderi di una vecchia casa
signorile di campagna, che doveva essere stata la dimora del pretore
dell’antica città romana di Cales. Garibaldi dalla Taverna Mele salì sulla
collina di Zuni dal “Vallo dei Martini di Visciano” per avere un quadro della zona
circostante che da lì è ben visibile. Con pochissimi
fidati passò davanti ad un grosso palazzo e nei pressi di una cisterna mise a
guardia del suo percorso due garibaldini. Salì quindi sulla collina e nei
pressi dei resti dell’edificio su cui erano installate le pale del telegrafo di
Chiappe guardò, con un cannocchiale, sulla strada da
Teano a San Giuliano, in quel momento battuta da truppe borboniche che stavano
abbandonando Teano e si ritiravano verso Cascano. Ad
accompagnarlo un giovane del posto, parente del volontario garibaldino Luigi
Giordano di Capua. Il giovane si chiamava Giuseppe Zona aveva 22 anni,
ma ne dimostrava di meno; al padre Gaspare e al cognato Pompeo Sacco, zio del
Giordano, Garibaldi chiese se il giovane era pratico di quei luoghi e se erano
disposti a mandarlo con loro a fare da guida fin verso Caianello.
Il giovane accettò con entusiasmo la proposta…”
Consumati i fatti di Teano, dopo l’incontro Garibaldi ritornò a Calvi, si legge
ancora nel libro: “…dispiegò la sua divisione con diligenza, da Sparanise fino
a Cascano. Di viveri alle truppe ne era rimasto ormai
poco, perchè i volontari erano un po’ sconsiderati e
speravano sempre di trovare qualcosa nei paesi. Sarebbe dire troppo che i
rifornimenti furono fatti senza lamentele degli
abitanti, ma considerate le circostanze! Garibaldi osservò minuziosamente per
l’intero giorno il terreno degli scontri, in un arco di parecchi km e la sera
si riparò fuori della borgata di Calvi sulla strada per Capua in un edificio
che era stato la dogana borbonica e che somigliava ad
un tempietto. Gli altri militari in smobilitazione impiegavano
il tempo rincorrendo le donne del paese e a causa di una di queste ci fu
un duello all’ultimo sangue con la sciabola tra un ufficiale inglese ed un
ungherese. Il perdente fu sepolto dove cadde, nei pressi della Taverna Mele.
Altri ancora si dedicarono alle esplorazioni…”.
Altre informazioni sul libro direttamente sul sito della
casa editrice.