Calvirisortanews,
27 novembre 2010
Vito
Taffuri
Caro sindaco ti scrivo. E mi perdonerai se per una volta metto in piazza un pezzo del nostro passato, al tempo in cui eri diventato l’obiettivo di ogni critica, l’emblema di ogni male per questa città, l’uomo da abbattere e da dimenticare. L’animale caleno.
Si proprio quei giorni in cui, su tua sollecitazione,
decisi di scendere in campo con la mia persona, con il mio sito internet per,
come si usa dire anche da noi, “lavarti la faccia”, rifarti un nome spendibile,
rifarti una verginità politica.
Ti attaccavano per tante cose, ricordi? Dal concorso della polizia municipale
nei quali dicevano erano entrati due tuoi parenti e tante, troppe persone che
poi hanno lasciato Calvi per Pignataro Maggiore, Bari e
ecc. E ti attaccavano anche per altre storie che non sto qui a ricordare, ci
vorrebbe un mese per raccontarlo. E noi lì a testa bassa, a difenderti contro tutto e contro tutti.
Che illusi. Ebbene si, lo
confesso, mi fu chiesto e lo feci: ti difesi. Anzi ci fu
chiesto e lo facemmo: mettemmo a disposizione calvirisortanews per Antonio
Caparco. Al nostro fianco si schierò il giornalista Salvatore Minieri,
anche lui convito che Caparco fosse il meglio che
offrisse in quei giorni la piazza… Quante, interviste, quanti filmati, quante
battaglie contro Giacomo Zacchia: quanta fatica sprecata.
NON PER DENARO E NEMMENO PER POLITICA
Lo facemmo, non per soldi e nemmeno per politica. Ma
perché avevamo raggiunto la convinzione che tu dicessi la verità affermando
pubblicamente che avresti ‘cambiato il modo di fare politica a Calvi” e che con
te in veste di primo cittadino “il palazzo del Municipio avrebbe smesso di
essere un edificio di piombo per diventare una casa di cristallo”. Ti ricordi
di queste parole? Ti ricordi caro sindaco? Le dicesti, alla mia presenza, all’amico
giornalista del Mattino Elio Zanni che volle riportale
in uno dei suoi articoli di presentazione dei tanti candidati alle scorse
elezioni comunali.
LA CALZETTA DI CASERTA
Quelle cose le dicesti davvero ma poi, da sindaco, non le hai
mai messe in pratica. E anzi ora attacchi, dalla solita ‘Calzetta
di Caserta’ avida di tutto pur di riempire le pagine,
anche il mio sito, senza nominarlo naturalmente, perché forse te ne manca il
coraggio. Ma così facendo attacchi malvagiamente me: la
persona che sulla tua figura ci mise la faccia. Per questo ti dico che
sei proprio l’esempio vivente che la riconoscenza non è di questo mondo. Da
sindaco poi ti stai rimangiando tutto il programma elettorale e tutte le
promesse fatte alla città.
Dal tuo palazzo del Municipio (e dico tuo perché, come in certe Università, in
comune lavora anche tuo fratello e tuo nipote) dici che adesso a Calvi tutto va
bene, mentre prima… non funzionava niente.
LA LISTA
1) Predicavi un’amministrazione anti-sprechi e ti sei inventato l’assessorato
al verde pubblico, di cui nessuno sentiva la mancanza, con 300 euro al mese per Antonio Zona.
2) Predicavi un’amministrazione anti-sprechi e ti sei inventato le sedute di
consiglio comunale registrate, con altro spreco di denaro a favore di una ditta
messa in piedi dalla congiunta di un tuo ex compagno di lista elettorale.
3) Predicavi un’amministrazione anti-sprechi e ti sei inventato i dossi
artificiali che poi stai facendo sparire perché inutili e dannosi.
4) Predicavi più democrazia e partecipazione e hai avuto il coraggio di
concentrare nelle tue sole enormi mani tre deleghe: lavori pubblici, politiche
sociali e sport.
5) Ci hai fatto credere che eri contrario a come era
stata gestita la partita della pubblica illuminazione e invece hai riconfermato
la stessa ditta, che tu stesso hai segnalato alle autorità giudiziarie.
6) Ci hai fatto credere che almeno sui morti bisognasse lavorare in un altro
modo e invece guarda l’altro appalto incredibile: quello per il cimitero.
7) Ci dicevi la prima cosa era evitare altro cemento selvaggio sulla città e
invece oggi guarda le nuove lottizzazioni, le concessioni negate e poi ridate
quelle ferme nei cassetti per mesi e mesi e quelle rilasciate con la velocità
del fulmine in un solo giorno: come il caso del progetto di
varianti chiesto e ottenuto dalla ditta Spinosa.
A SILVER…
Una politica a due velocità, in tutti i campi, ma non era questo quello che ci avevi promesso. Che vergogna.
Sul tuo esempio, anche il mio amico Silvestro Mele detto Silver
continua a gonfiarsi come un pallone attribuendosi meriti che per noi non sono
per nulla i suoi. Come la storia del progetto di ristrutturazione del castello aragonese. Ne parla come se avesse fatto chissà
che cosa per procacciare i solidi del progetto e della ristrutturazione. Ne
parla come se non avesse fatto altro in questi mesi che chiamare la
soprintendenza e sveltire la pratica.
E invece a noi risulta ben altro. Risulta
che, come da lettera ufficiale in nostro possesso degli enti citati, gli unici
interlocutori sulla questione del castello aragonese sono il Ministero Beni
Culturali di Roma e lo stesso ente a Livello regionale attraverso la società di
finanziamento Arcus. E
giusto per fare un passo più indietro va anche dato merito a Nicola Cipro che
nel 2009 fu l’unico a ricordarsi che giaceva dimenticato dal 2006 il detto
progetto archeologico.
Proprio così, caro Silver. E
non è che ripetendo sempre la stessa cosa una bugia diventa realtà. Per questo,
ti prego, smettila di attribuirti meriti non tuoi sul progetto Aragone che purtroppo per tutti è anche solo e soltanto un
progetto.
INDISTINTI SALUTI
Caro sindaco e caro assessore per me siete ormai uguali, come due gocce d’acqua
e per questo vi saluto senza distinzione di carica e di ruolo. Caro Caparco che mi hai spinto a scrivere più volte contro Zacchia
illudendomi che eri diverso e anzi migliore ma che poi mi hai deluso facendo
l’esatto opposto di quanto ti eri impegnato a fare. E caro Silvestro che
sbandieravi con tutta la tua forza libertà d’informazione al passaggio tra Zacchia Caparco come uno sportivo fa al passaggio del Giro
d’Italia e che, invece, adesso, minacci di denunciarmi solo perché ho
pubblicato le pubbliche facce dei consiglieri comunali pubblici amministratori
durante un pubblico consiglio comunale aperto: vi saluto. Ma
vi ricordo solo che, purtroppo per voi, un politico può illudere una sola
persona per tanto tempo, ma non può illudere tanti cittadini per sempre.