Rapina in stile arancia meccanica: 2 ore di
terrore per la famiglia Sorvillo a Sparanise
ComunediSparanise.com, 16 novembre 2010
Ilario Capanna
Una rapina in puro stile arancia meccanica quella
perpetrata stanotte ai danni della famiglia di Elio Sorvillo, noto imprenditore edile.
I malviventi, approfittando del buio della notte, hanno
scavalcato la recinzione della villa che dà sulla traversa di via Garibaldi e, con evidente esperienza in materia di
effrazioni, hanno fatto irruzione nella villa dell’imprenditore edile forzando
il portone di ingresso. Pistole in pugno hanno quindi dato il via ad una escalation di terrore durata quasi due ore, squarciando
la tranquillità notturna di una famiglia da sempre dedita al lavoro.
Con evidente accento est europeo i sei criminali, che
secondo le testimonianze delle vittime erano armati fino ai denti, si sono
subito avventati su Elio Sorvillo, che è stato
colpito con violenza alla testa, per poi aggredire e percuotere con efferatezza
il figlio Pierluigi che, una volta udito il trambusto,
si era immediatamente precipitato in soccorso del padre. Mentre 4 dei 6
delinquenti tenevano in ostaggio sotto la minaccia delle armi
i Sorvillo, gli altri due sono saliti al piano
notte della villa dove in quel momento stavano dormendo la moglie
dell’imprenditore e le due figlie. Una volta giunti al piano superiore le hanno
bruscamente svegliale e terrorizzate, per poi rinchiuderle nelle rispettive
camere da letto.
Di lì a qualche istante, proprio come in un film, l’intera
famiglia Sorvillo si è trovata sequestrata nella
propria casa, senza poter reagire in alcun modo. La scena del crimine si è
quindi spostata di nuovo al pian terreno dove,una
volta immobilizzato su una sedia ed imbavagliato Pierluigi Sorvillo,
i criminali, sotto la minaccia delle pistole, hanno obbligato Elio Sorvillo ad indicare l’esatto posizionamento della
cassaforte.
L’imprenditore, per salvaguardare l’incolumità della sua
famiglia, ha ripetutamente invitato i criminali a non usare la violenza, ma i
sei, intenti a perseguire il loro disegno criminoso, hanno continuato a
percuotere le povere vittime creando un clima di terrore che, stando alle
testimonianze dirette, per efferatezza, non trova riscontro con episodi simili
nelle cronache locali recenti. I sei si sono arresi solo quando Elio Sorvillo, con una pistola puntata dietro alla nuca, è stato
costretto ad aprire la cassaforte che custodiva soldi e gioielli di famiglia.
Facile immaginare come sia andata a finire: i risparmi ed
i ricordi di una vita di lavoro sono immediatamente finiti nelle mani dei
criminali che una volta ripulita la cassaforte hanno legato anche Elio Sorvillo e, dopo due ore di autentico
terrore, si sono dileguati facendo perdere le loro tracce. Una volta
liberatosi, per Elio Sorvillo il primo pensiero è
stato quello di sincerarsi sulle condizioni di salute della
famiglia, di cui, il più malconcio era sicuramente il giovane Pierluigi che sin
da ragazzo segue il padre nell’attività di famiglia, per avvertire poi le forze
dell’ordine che hanno fatto partire subito una serie di posti di blocco.
Al momento, le indagini sono seguite dai carabinieri di
Sparanise agli ordini del maresciallo Pierfrancesco Bardi che è da sempre
impegnato in prima linea nella prevenzione delle attività criminose sul
territorio sparanisano. Sta di
fatto, comunque, che per dinamica ed efferatezza l’episodio segna una
nuova linea di confine nella strategia criminale messa in essere da chi non si
pone più alcuno scrupolo pur di arricchirsi in maniera illecita.
L’idea di non sentirsi più al sicuro neanche in casa
propria, la dice lunga sui tempi difficili in cui vive la comunità sparanisana e sul disperato bisogno di sicurezza che sempre
più italiani ormai avvertono come un bisogno primario.
Piena solidarietà all'amico Elio ed a tutta la sua famiglia, scossa da questo
terribile avvenimento e massima fiducia nelle forze dell'ordine affinché
assicurino presto alla giustizia i sei malviventi.