PASSA LE GIORNATE AL TELEFONO CON LA GAZZETTA MENTRE I CALENI GLI PAGANO LO STIPENDIO: LA CREDIBILITA' DI CAPARCO E' DAVVERO FINITA

Calvirisortanews, 11 novembre 2010

 

Salvatore Minieri

 

Da ragazzo mi innamorai delle "Novelle in Nero" di Pirandello; di una in particolare ricordo bene l'ambientazione: La Giara. Di quell'episodio ho ancora in mente un personaggio, si chiamava Sella La Mula. In realtà non era il vero nome del protagonista, ma il nomignolo che si era meritato per avere avuto sempre la smania di sellare la mula e correre dall'avvocato del paese per denunciare chiunque.


Insomma, a furia di metter su polemiche, il ricco latifondista di era visto affibbiare quel sellalamula, quel nome tanto strano che riassumeva il suo tic sociale: stare sempre a chiedere ai suoi fattori di sellargli la mula per poter correre dall'avvocato e piantare una grana legale a chi andasse contro i suoi interessi di proprietario terriero animato solo da arido egoismo.


Ecco, se dovessimo trovare un personaggio letterario da avvicinare a Caparco, io sceglierei proprio Sella La Mula che con il sindaco caleno ha uno straordinario rosario di analogie. Innanzitutto la comicità involontaria con la quale Caparco sta allietando queste prime settimane di grigiore autunnale: chiama talmente tante volte la Gazzetta di Caserta che ci viene da definirlo in maniera pirandelliana: "chiamailgiornale".


Pare che quella di telefonare a un giornalista della Gazzetta, sia diventata l'unica vera attività per la quale i contribuenti caleni pagano lo stipendio al sindaco Caparco. Infatti anche la sua squadra è una delle amministrazioni più svogliate e pigre della provincia (dati ufficiali di presenze e di attività amministrative alla mano), ma il sindaco non se ne avvede e continua a sfornare gag comiche senza soluzione di continuità.


Dalla sciocchezza dell'invito non ricevuto per il premio Legalità (sbugiardato addirittura dal Presidente della Repubblica), passando per la mai chiarita vicenda di presunte minacce di morte (mai veramente riscontrate, almeno fino ad oggi), fino ad arrivare alla esilarante risposta data da Caparco a chi lo ha giustamente accusato di aver dimenticato di commemorare gli Eroi di Guerra del IV novembre: "Ero altrove". Bene, dopo la prima, sconquassante risata a pancia in mano, abbiamo cercato di ricomporci: ad Avetrana per far luce sul caso Misseri-Scazzi, Caparco non c'era. In Veneto a dare una mano dopo l'alluvione, Caparco non c'era (in Veneto c'era chi vi sta scrivendo, in realtà); ad Arcore per chiarire la vicenda Ruby-Berlusconi, Caparco non c'era.


A Perugia per assistere alla nascita del partito di Fini, Caparco non c'era. A Napoli o a Terzigno a fare le barricate contro la monnezza, ci hanno detto i manifestanti, Caparco non si è visto. Ma allora dove è andato a finire? Dove sarebbe quell'altrove che gli ha impedito di celebrare il IV novembre? Ah, ecco cosa abbiamo dimenticato: era al telefono con la Gazzetta, il nostro sindaco chiamailgiornale. Insomma, non ha avuto tempo per celebrare i caduti e non è nemmeno riuscito a mandarci un membro della sua giunta, così come fece al Santuario della Madonna dei Lattani, quando spedì un fiero Lello De Vita, emozionatissimo in fascia tricolor. Questa volta, caro Caparco, non hai nemmeno avuto il tempo di mandare un rappresentante della tua squadra.


Ma ti giustifichiamo perché sappiamo che le interviste ai giornali stressano non poco e tu sei sempre al telefono con il tuo giornale del cuore, mentre i caleni ti pagano lo stipendio. Il sindaco, poi, ha dato il meglio quando, con un arguto virgolettato, ha voluto far intendere che scriviamo i nostri articoli molto confusi. Ma no, caro Caparco, non occorrono le tue accuse in una città dove l'unica licenza edilizia è stata data alla ditta Spinosa di Sparanise per costruire dei capannoni, dove l'edilizia che prima contestavi, dove la Gea - una volta da te denunciata alle più alte autorità di Polizia Giudiziaria come cancro nelle stanze comunali - ora è diventata ai tuoi occhi una fonte salvifica al pari di Madre Teresa di Calcutta ; dove si affida il comparto delle attività produttive a un elemento della giunta scivolato in intercettazioni al profumo Casalese; dove si ritirano deleghe a due assessori perché - come tu hai dichiarato - facevano troppe assenze e poi ti sei tenuto gente che di fughe dagli impegni politici ne fa il triplo.


Come vedi, caro sindaco, la realtà che hai creato è allucinata e incredibile per sua stessa natura, altro che le corbellerie da ragazzini invidiosi che tu e la Gazzetta vorreste usare per infangare chi fa veramente inchiesta e dice la verità. Hai dichiarato sempre allo stesso giornale e a un sito che ti fa eco in maniera pappagallesca e acritica, di essere il sindaco che ha ripristinato la legalità. Solo qualche ora dopo, però, hai detto che chi ha organizzato il premio Legalità ha solo voluto scimmiottare Calvi Risorta.


Quindi, secondo te la presenza del Questore, del suo vice, della Dia e di tutte le più alte cariche militari e civili della regione, significherebbe scimmiottare? Tutte queste autorità sarebbero dei pagliacci, da quello che hai dichiarato. Vedi che sei molto confuso e, a ben vedere, molto spesso le tue poche idee non sono nemmeno farina del tuo sacco (stai attento a chi ti suggerisce le cose, o almeno, leggile bene prima di passarle in maniera facilona ai giornali, altrimenti ti ritrovi sempre goffamente nei pasticci e te la prendi con noi).


Addirittura hai offeso la Questura di Caserta, dichiarando alla tua cara Gazzetta che il premio Legalità è solo un tentativo di imitare altri premi (quelli che vengono pagati con i soldi dei cittadini: il nostro lo abbiamo pagato di tasca nostra, caro sindaco chiacchierone). Poi, inventi scuse molto vaghe dichiarando che siamo contro di te per motivi politici. E qui spari la tua solita bugia quotidiana: abbiamo preso le distanze dal tuo gruppo politico (con noi lo ha fatto quasi tutta la cittadinanza), perché ci aspettavamo un'amministrazione che governa. Invece, hai messo in piedi solo un gruppo che galleggia senza avere bussola e idee, vivendo alla giornata sui soldi dei caleni.


La tua tattica scontata, ormai fa acqua da tutte le parti: Calvi è come un malato in cerca di cure, ma tu te la prendi con il medico (manco a farlo apposta) senza capire che la colpa non è del dottore, ma tua che continui a tenere viva la patologia di una città sapendo solo criticare chi non si comporta come te. E intanto Calvi peggiora sempre più. Poi hai toccato il picco della tua comica, facendoci davvero tenerezza: ti sei chiesto come mai abbiamo il tempo di scrivere tanti articoli.


Ma caro sindaco "chiamailgiornale", forse tu hai un'idea molto distorta della professione giornalistica: ragazzotti scodinzolanti che girano in bici tutto il giorno e ogni tanto ti riprendono con una telecamera ammaestrata come le domande che ti vengono poste. Come sei ingenuo e sempliciotto! I "giornalisti" che conosci tu sono la mortificante la caricatura della nostra professione. Noi facciamo domande, senza farcele scrivere da nessuno. Noi facciamo inchiesta senza chiederti alcun permesso.


Noi siamo cani da guardia della legalità, non cani da compagnia e da riporto come quelli che hai vicino a te. E ora ti preghiamo per l'ultima volta: rispondici tramite la Gazzetta, sei davvero irresistibile. Ma ricordati che non fai il comico e che la gente non ti paga per stare tutti i giorni a fare il "chiamailgiornale". Tra un'intervista e una scusa vergognosa, caro Antonio, fai qualcosa per Calvi, altrimenti dopo il dottor Giacomo Bugia (te lo ricordi? l'ho inventato io in campagna elettorale), dobbiamo adattarci al pensionato Antonio Bugiarco. Sei già al telefono con il giornale?