MORTE DOPO
LAPARASCOPIA: SEI MEDICI A GIUDIZIO
Gazzetta di Caserta 20 ottobre 2010
GMM
Per la morte di Antonio Capuano, ieri il gup Taglialatela
del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha rinviato a giudizio sei medici,
Michele Scapaticci di Santa Maria Capua Vetere e Stefano Giuseppe Manconi Di
Santo di Napoli, i chirurghi della Clinica della Salute di Santa Maria Capua
Vetere che operarono Capuano e quattro 'camici bianchi' dell’ospedale di Teano;
i dottori Nicola Torrombacco, Ornella Nicodemi, Alfonso Alberico e Cappabianca.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giaquinto, Fusco e
Vinci, mentre per la parte civile erano costituiti gli avvocati Giuseppe
Cipullo, Gennaro Ciero, in sostituzione dell’avvocato Giuseppe Stellato e
Assunta Izzo, che rappresentavano i familiari della vittima.
L’inizio del processo è stato fissato per il prossimo
venti gennaio davanti al giudice monocratico Antonucci della sezione distaccata
di Carinola del tribunale. Antonio Capuano è stato operato il ventisette maggio
scorso nella Clinica della Salute, per una programmata operazione di laparocele,
per essere poi dimesso due giorni dopo, il ventinove maggio.
L’uomo, residente a Calvi Risorta, si sente però male e il
trentuno maggio i familiari lo accompagnano all’ospedale di Teano. I sanitari
del nosocomio sidicino non intervengono e decidono di trasferirlo all'ospedale
di Piedimonte Matese, dove nel corso della serata Capuano muore.
Scatta la denuncia dei parenti. La Procura apre un
fascicolo affidato al sostituto procuratore Alessandro D’Alessio che indaga,
come atto dovuto, tutti i medici che
hanno trattato il caso medico di Capuano; i due chirurghi della Clinica
della Salute, i medici dell'ospedale di Teano e quattro medici dell'ospedale di
Piedimonte Matese e dà incarico a due consulenti, il professore Buonocore e il
professore Perna, di redigere una perizia medica per accertare se vi sono
responsabilità e in caso affermativo a chi vanno ascritte.
I consulenti tecnici escludono imperizia da parte dei
medici del nosocomio matesino. In pratica si accerta che la situazione del
paziente era ormai già compromessa e non era più possibile intervenire, mentre
vengono riscontrate condotte negligenti da parte degli altri sanitari.
Nel frattempo le indagini passano al sostituto procuratore
Gerardina Cozzolino che archivia la posizione dei medici dell'alto Casertano.
Il magistrato invece prosegue le indagini per gli altri dieci: ai due chirurghi
della Clinica della Salute viene contestata la non corretta esecuzione
dell'intervento che ha cagionato perforazioni intestinali iatrogene.
Ai medici della struttura sanitaria sidicina viene
imputato invece il mancato tempestivo intervento chirurgico.