FURTO
SACRILEGO A CALVI RISORTA NELLA CHIESA DI SAN
SILVESTRO A VISCIANO
Il Mattino, 08 settembre 2010
Elio Zanni
«Non possiamo pensarli come figli di questa terra, perché
hanno avuto il coraggio di rubare perfino la collana del Rosario dalle mani
della Madonna».
Ecco, concentrato in una sola frase, dalla quale
certamente non traspare odio ma tanta incredulità e tanto rammarico, il
giudizio sintetico e spontaneo del popolo dei fedeli di Calvi
Risorta raccolto attorno alla chiesa di San Silvestro Papa, per l’ultimo
furto sacrilego consumato ai danni della statua di Maria
Santissima delle Grazie.
I soliti ignoti sono penetrati in chiesa domenica notte,
dopo aver avuto la meglio sulla porticina laterale dalla quale si accede direttamente in sagrestia. Nel
bottino, una quantità non ben definita di monete, in pratica tutti i generosi
oboli di devoti tratti dai lumi elettrici e dagli offertori presenti in
chiesa e scassinati per l’occasione. Oltre, a quanto pare, a
dei candelabri e un calice e soprattutto una catenina d’oro raccolta tra le
mani della Madonna.
Un episodio che scotta ancor di più, se possibile, per il fatto che in questi giorni le strade della comunità,
particolarmente frequentate dagli emigranti caleni,
sono piene di giostre e addobbate a festa proprio in onore della fascinosa
santa protettrice (assieme a San Silvestro I, Papa dal 314 al 345) dell’amena
frazione. Ecco perché nel raccontare i fatti, almeno per come tutti immaginano
siano accaduti, c’è chi pensa che i ladri mirassero direttamente al tesoretto
della statua, fatto di oggetti di varia grandezza e
peso, ex voto in oro e argento raffiguranti varie parti del corpo umano guarite
per grazia ricevuta. E poi ancora antichi monili:
anelli, bracciali e catene.
Ed è sfilata così la statua della
Madonna domenica scorsa in processione, con le vesti arricchite dai segni e dei
simboli della fede cristiana che spesso, nella tradizione popolare, anche a
costo di mille sacrifici personali e familiari, si traduce in qualcosa di
terreno, palpabile, visibile.
Ma non è la prima volta, sempre come
raccontano alcuni residenti di Calvi, che i ladri penetrano in chiesa sempre
con lo stesso obiettivo: spogliare la statua della Madonna dai suoi preziosi
paramenti sacri. E stavolta sarebbe stato davvero un
ricco bottino quello dei malviventi senza le cautele adottate dal parroco don
Michele Chianese. Il sacerdote, infatti, che ha preso in cura ben tre parrocchie calene, già in carico,
almeno fino a due mesi fa, a don Enzo Gravante, aveva provveduto a far mettere
al sicuro, ben lontano dalla chiesa, subito dopo la processione, la maggior
parte dell’oro della Madonna.
«Io dico che si è trattato di un furto sostanzialmente
fallito, visto il magro bottino, rispetto alle attese dei balordi che chiamerei poveri ragazzi senza presente - dice, buttando
acqua sul fuoco, anche per tranquillizzare la comunità, don Chianese
- ai fedeli dico invece: andiamo avanti con fiducia, sicuri che a questo punto
i balordi si siano già pentiti del gesto compiuto».
L’invito è chiaro, occorre guardare «oltre il furto della
collana e dei soldi e celebrare degnamente i riti religiosi», come vuole
l’antica tradizione, per la prima settimana di settembre.
Mentre a entrare in azione, a
questo punto, sono i carabinieri di Calvi Risorta e quelli di Napoli
appartenenti al nucleo tutela patrimonio artistico che dopo il sopralluogo
hanno iniziato una serie di controlli sul territorio. Nel mirino la rete di
ladri di storia, reperti archeologici e arredi sacri che nell’Alto Casertano, con particolare accanimento nella città di
Teano, stanno mettendo a ferro e fuoco storiche residenze signorili private e
luoghi sacri come cimiteri, chiese e conventi.