LE FIAMME
DIVORANO IL MONTE MAGGIORE
Gazzetta di Caserta, 02 settembre 2010
Gianni del Monte
Bruciano ancora i boschi del Monte Maggiore. I luoghi
percorsi dal fuoco sono sempre gli stessi. Ogni anno. sistematicamente,
il fuoco torna a percorrere Monte Grande, Monte Curicuzzo
e Monte Demonio. Decine e decine di ettari di bosco e macchia
mediterranea vanno in fumo. I cespugli e le piante che durante la primavera
hanno rimboscato i pendii, diventano cenere.
Nessun dubbio sull'origine dolosa
delle fiamme che ogni anno divorano aree un tempo ricoperte di verde
lussureggiante.
Gli interessi che possono armare la mano del criminale che accende la miccia, sono molteplici e
ognuna rappresenta per le menti malate, un valido motivo.
Le colline comprese fra Calvi e Rocchetta sono un importante punto di passaggio degli uccelli
migratori. I cacciatori che amano sparare a questo tipo di selvaggina, durante
il periodo invernale amano avere un suolo pulito, senza
cespugli, spine o quant'altro possa determinare
'fastidio'. Non a caso, sui luoghi percorsi dal fuoco – nonostante la leggi lo
vieti - la caccia è praticata in maniera costante e massiccia.
Nella zona di Calvi Risorta esistono vere e proprie bande
organizzate che si dedicano - purtroppo tutto l’anno - alla caccia di frodo. Lo
fanno alla luce del sole, con spavalderia. Preferiscono abbattere i cinghiali
(senza distinzione fra femmine gravide e lattanti, maschi o cuccioli). Tuttavia non disdegnano cacciare di frodo anche altre
specie. Per loro una montagna troppo folta e impenetrabile diventa un grosso
problema. Ecco perchè il fuoco nei boschi può
diventare un amico.
Le zone percorse dal fuoco - Monte Grande, Monte Curicuzzo e Monte Demonio, sono aree ricche di asparagi che nascono e crescono meglio su un terreno
percorso dal fuoco. Soprattutto per i cercatori, su una zona incendiata diventa
molto più facile raccoglierli. La legge vieta qualsiasi tipo di
attività - per un periodo medio di 5 anni - nelle aree boscose percorse
da fuoco. E' vietata la caccia, il pascolo, perfino cercare asparagi. Purtroppo
l'assenza di controlli permette a chiunque di non rispettare la legge. Da anni,
per tentare di limitare i roghi, gli ambientalisti chiedono alla provincia la
chiusura della caccia sull'intera catena montuosa. Una richiesta inascoltata
con le conseguenze ben chiare a tutti. Purtroppo, commentano gli ambientalisti,
si sa, gli alberi e gli animali non votano, i bracconieri e i cacciatori,
invece si.
Gli uffici tecnici comunali non attuerebbero - in maniera
certosina - le norme che regolano il catasto degli incendi. Così vaste aree
distrutte dal fuoco risultano, invece, ancora boscate. Una carenza che
favorisce i criminali che ogni anno appiccano le fiamme e poi distruggono
centinaia e centinaia di ettari di bosco. Gli incendi che la scorsa estate
hanno devastato la catena montuosa del monte Maggiore, non sono stati censiti e
segnalati come impone la legge. Degli oltre cento roghi che la scorsa estate
hanno distrutto centinaia di ettari di boschi e
macchia mediterranea, solo uno risulta finora censito. Così le aree, percorse
dal fuoco, che dovrebbero essere tutelate e su cui per i primi dieci anni è
vietata qualsiasi tipo di attività, continuano a
subire danni.