ANTICA CALES NEL DEGRADO: SERVONO AZIONI IMMEDIATE

 

Gazzetta di Caserta, 31 agosto 2010

 

Esisteva un tempo la città di Cales, la più importante dell’antica popolazione italica degli Ausoni, insediata in un'ottima posizione strategica, tra Casilinum (Capua) e Teanum (Teano), lungo la via Latina. Oggi, ciò che rimane dell'antica città è costituito dall'importante anfiteatro e dalle terme centrali, il secondo più grandioso complesso termale dell'età repubblicana finora conosciuto.

 

In altre realtà un simile tesoro storico sarebbe valorizzato, non solo per l’indiscutibile valore archeologico e per accrescere l’immagine della cittadina, ma anche e soprattutto allo scopo di realizzare nuovi itinerari turistici, potenzialmente riconoscibili a livello nazionale. Si rivela, invece, vergognoso lo stato in cui riversano tutti gli scavi dell'antica Cales, a partire dall’ingresso cui si dovrebbe accedere al parco: una piccola e stretta strada sterrata e malandata, impossibile da notare dalla Casilina nonostante le più che sterili indicazioni stradali. Proseguendo per la via che dovrebbe condurre eventuali turisti o appassionati d‘archeologia agli scavi, tra sterpaglia e vegetazione che invadono la strada, sulla destra si scorge appena un cartello vecchio e semidistrutto che indica il passaggio lungo le terme di Cales, al cui interno sono state appositamente riposte alcune buste della spazzatura.

 

Proseguendo lungo la via, quasi giunti alle rovine, ecco che si nota il vero tesoro dell'antica Cales: una piccola - ma nemmeno poi tanto - discarica più che abusiva, in cui ci si trova di tutto; oltre i "tipici" sacchetti della spazzatura e le immancabili lastre di eternit, materiale nocivo alla salute che si disperde facilmente nell'etere, si scorgono televisioni e altri elettrodomestici.

 

Senza contare la vegetazione incolta che sta velocemente riportando le rovine nell'oscurità, ma in fondo questo è il problema minore. La situazione è, a dir poco, allarmante e permane nel silenzio più indifferente, confermando quel peculiare atteggiamento di mediocrità e indifferenza e di scarsa lungimiranza che caratterizza ì casertani (intesi come abitanti della provincia di Caserta) nelle decisioni istituzionali.

 

C'è bisogno di credere e investire in quel parco archeologico,  anche per continuare nel progetto di ripristino delle rovine alla luce, in quanto, è praticamente certo che c'è ancora molto da scavare e trovare. Quello dell’antica città calena è un altro dei vari pezzi del puzzle che compone l‘immenso patrimonio storico e archeologico dell'Agro caleno e Alto casertano. Nel giro di pochi chilometri sono innumerevoli i siti archeologici di valore inestimabile che si possono incontrare visitando alcune piccole cittadine del territorio. Oltre all'importantissimo anfiteatro Campano nell‘antica Capua - secondo per dimensioni solo al Colosseo - e al citato parco archeologico di Cales, sono di degna rilevanza il Teatro romano di Teano con alcuni vari insediamenti e domus romane, il Teatro romano di Sessa Aurunca, antica città importantissima, nel cui territorio sono anche presenti tracce preistoriche e necropoli risalenti all'VIII secolo a.C. e la neo scoperta di un teatro-tempio sannita nella piccola Pietravairano.

 

Pochissime aree italiane possono vantare una tale massiccia presenza di siti archeologici così beni conservati dopo secoli e potenzialmente sfruttabili dal punto di vista turistico; ma, a quanto pare, solo nel nostro territorio non c'è la volontà di investire in serio e lungimirante in un progetto che invece potrebbe rilanciare buona parte del casertano e che in molte altre aree d'Italia sarebbero già da tempo vantate e propagandate.