ANTICHITA’
ABBANDONATE: SCAVI CLANDESTINI SU MONTE GRANDE
Gazzetta di Caserta, 21 agosto 2010
I siti archeologici della città nuovamente sotto assedio. I tombaroli si rifanno
vivi. Tracce di scavi clandestini sarebbero state rinvenute sia nel parco
dell'antica Cales che presso il santuario di monte
Grande.
L’antica Cales è sotto la costante minaccia dei ladri d'arte. E non solo. Poco tempo fa, venne
smontata e rubata anche parte della recinzione in alluminio che proteggeva il
sito archeologico dell’antica Cales. In queste calde
notti di luglio, invece, i malviventi, approfittando della notte, hanno operato
indisturbati per molte ore praticando diversi sondaggi nella zona a ridosso
dell’antico teatro.
Si tratterebbe dell'ennesimo furto in uno dei siti
archeologici più importanti dell'intera Campania. Una lunga lista di episodi che pone in evidenza l’assenza di efficaci controlli
a salvaguardia dei beni archeologici.
Assenza di controlli che permette
ai ladri di agire con tranquillità. Così, nel 1997 vennero
trafugate alcune colonne che facevano parte di una grande struttura templare, o
probabilmente un grande santuario, sul fianco orientale del sistema dei fossati
difensivi che, ancora oggi, cingono la struttura urbana. Due anni prima, nella
primavera del 1995, era stata interamente saccheggiata una piccola necropoli, tardo
antica, contigua alle strutture che - secondo l’archeologo Werner Johannowsky -
apparterrebbero ad un complesso abitativo greco. Un quartiere
interamente abitato da sacerdoti addetti ai riti sacri che si tenevano nei pressi
dei due pozzi sacri rinvenuti a pochi metri dal ponte dell’autostrada A1.
La città antica di Cales è tra i
siti più esposti e saccheggiati d'Europa. Mai, nel corso degli ultimi decenni
si è pensato di dotare Cales di un sistema valido di
controllo e sorveglianza. I ladri di antichità non
portano via solo reperti, ma sottraggono risorse economiche alle comunità.