IN FIAMME I BOSCHI DEL MONTE MAGGIORE: DISASTRO ECOLOGICO

 

Gazzetta di Caserta, 18 agosto 2010

 

Bruciano ancora, i boschi del Monte Maggiore. I luoghi percorsi dal fuoco sono sempre gli stessi. Ogni anno, sistematicamente, il fuoco torna a percorrere Monte Grande, Monte Curicuzzo e Monte Demonio.

Danni ingenti

Decine di ettari di bosco e di macchia mediterranea vanno in fumo. I cespugli e le piante che durante la primavera hanno rimboscato i pendii, diventano cenere.

Sempre roghi dolosi

Nessun dubbio sull'origine dolosa delle fiamme che ogni anno divorano aree un tempo ricoperte di verde lussureggiante. Gli interessi che possono armare la mano del criminale che accende la miccia, sono molteplici e ognuna rappresenta, per le menti malate, un valido motivo.

Gli interessi dei Cacciatori

Le colline comprese fra Calvi e Rocchetta sono un importante punto di passaggio degli uccelli migratori. I cacciatori che amano sparare a questo tipo di selvaggina, durante il periodo invernale, amano avere un suolo pulito, senza cespugli, spine o quant'altro possa determina “fastidio”. Non a caso, sui luoghi percorsi dal fuoco - nonostante la leggi lo vieti - la caccia é praticata in maniera costante e massiccia.

Le ragioni dei bracconieri

Nella zona di Calvi Risorta esistono vere e proprie bande organizzate che si dedicano - purtroppo tutto l'anno - alla caccia di frodo. Lo fanno alla luce del sole, con spavalderia. Preferiscono abbattere i cinghiali (senza distinzione fra femmine gravide e lattanti, maschi o cuccioli. Tuttavia non disdegnano cacciare di frodo anche altre specie. Per loro una montagna troppo folta e impenetrabile diventa un grosso problema. Ecco perché il fuoco nei boschi può diventare un amico.

Cercatori di asparagi sotto accusa

Le zone percorse dal fuoco - Monte Grande, Monte Curicuzzo e Monte Demonio, sono aree ricche di asparagi che nascono e crescono meglio su un terreno percorso dal fuoco. Soprattutto, per i cercatori, su una zona incendiata diventa molto più facile raccoglierli.

L’assenza di controlli

La legge vieta qualsiasi tipo di attività - per un periodo medio di 5 anni - nelle aree boscose percorse dal fuoco. E' vietata la caccia, il pascolo, perfino cercare asparagi. Purtroppo assenza di controlli permette a chiunque di non rispettare la legge.

Il corpo forestale allo stato larvale

Calvi Risorta possiede una stazione del corpo forestale dello Stato, ma nessuno, purtroppo, sembra accorgersene. Nessun pattugliamento del territorio, nessun controllo durante l'anno. Mai un bracconiere beccato in flagranza di reato, mai un responsabile di un incendio arrestato. I furti di legname avvengono tutto l'anno in maniera sistematica. Lo scarico dei rifiuti lungo le strade che attraversano il monte, alimentano perenni discariche. Purtroppo, del corpo forestale di Calvi Risorta non si hanno notizie.

 

Le richieste degli ambientalisti

Da anni, per tentare di limitare i roghi, gli ambientalisti chiedono alla provincia la chiusura della caccia sull'intera catena montuosa. Una richiesta inascoltata con le conseguenze ben chiare a tutti. Purtroppo, commentano gli ambientalisti, si sa, gli alberi e gli animali non votano, i bracconieri e i cacciatori, invece, si.