LICENZE
EDILIZIE COME IL VINO: DIVENTANO BUONE SE LASCIATE AD INVECCHIARE PER ALMENO 8
MESI!
Calvirisortanews, 10 agosto 2010
Vito Taffuri
Provate voi a capirci qualcosa. Noi non ci siamo riusciti.
O, forse, non vogliamo credere ai nostri quattro sensi.
In sintesi: un cittadino (che chiameremo Tizio) un giorno qualunque di un anno
qualsiasi chiede e ottiene dal Comune di Calvi Risorta
una licenza edilizia, e comincia ad edificare.
Tutto procede come nelle attese, fino quando nelle stanze del Municipio
s’insedia, a pieno regime, il nuovo ufficio tecnico, retto dall’Ingegnere dott.
Sergio Santillo .
Sì, perché, tra i primi atti dei nuovi geometri, architetti e ingegneri c’è
quello di annullare la licenza al cittadino Tizio che si vede così costretto a
rivolgersi ad un legale e questi al Tribunale amministrativo regionale (il
famoso Tar) per rivendicare quello che gli appare
proprio come un suo sacrosanto diritto calpestato.
Colpo di scena. Ecco fermatevi a riflettere un attimo: qui
c’è il primo colpo di scena: per il Tar, ha ragione
l’ufficio tecnico. Sempre il Tar nega, quindi,
la sospensiva chiesta dal cittadino Tizio. Un problema irrisolvibile direte
voi: sbagliato. Una bella variante al “progetto definitivo”…. et voilà. Tizio ha di nuovo la sua
bella licenza edilizia, che oggi si chiama permesso a costruire.
Ah, stavamo quasi per dimenticare un particolare: a consegnare la licenza
negata per legge è sempre l’ingegnere di cui sopra. Pare che a guastare la
licenza originale fosse stata l’altezza, un comignolo,
la punta di un’antenna, chissà.
Il fatto è che il comune ha avuto delle spese, si visto che
al momento giusto dovette incaricare un legale. Prime spese. Tenete a mente. Che dire poi se la ditta dovesse decidere di adire le vie legali e
chiedere il risarcimento danni.
Per il fermo del cantiere? Non solo, quanto piuttosto per il
blocco di tutta la lottizzazione che prevedere molti appartamenti. Non
vorremmo arrivare a credere che uno di quegli appartamenti possa appartenere,
come dire, ma è solo un esempio, ad una parente del
sindaco. No, ci rifiutiamo di credere a questa malalingua.
E’ mai possibile che un parente del sindaco abbia acquistato casa nella
‘lottizzazione magica’ sbloccandola. Non può essere vero, perché lo sappiamo tutti
che per riottenere la licenza è stato necessario
segare il comignolo e un pezzo di sottotetto. No, non crederemo mai alle
dicerie, anche di fronte il fatto che lo sblocco sia avvenuto dopo ben otto
mesi e subito dopo il presunto acquisto.