SATIRA:
VISTO CHE AVEVAMO RAGIONE? CAPARCO E I SUOI FIDI MALLEVADORI FIRMANO IL RITIRO
DELLE DELEGHE DI MARROCCO. ORMAI LA MAGGIORANZA SERVE SOLO AD ALZARE LA MANO
QUANDO IL SINDACO ORDINA
Calvirisortanews, 06 agosto 2010
Salvatore Minieri
Ieri abbiamo citato l'armata Brancaleone
per mettere a fuoco la situazione corrente della maggioranza guidata dal
sindaco, il pensionato Antonio Caparco. Questa mattina, con nostra piacevole
sorpresa, abbiamo letto l'editoriale de Il Fatto Quotidiano, nel quale
l'alleanza tra finiani, Udc,
Mpa, e l'Api viene definita
da Marco Travaglio un'Armata Brancaleone.
Bene, rigiriamo la citazione e prendiamo in prestito le parole di un altro
brillante cronista del Fatto Quotidiano, Gianni Barbacetto
che ha iniziato un suo arioso articolo parlando dell'ossimoro. Ghiaccio
bollente, silenzio assordante, brivido caldo, insomma l'ossimoro è
l'espressione che unisce due concetti opposti tra loro. Come dire "il
sindaco Caparco", per noi, oggi, è davvero un ossimoro.
Caparco e la figura di un vero sindaco, sono distanti anni luce, soprattutto se
chi veste la fascia tricolore dimostra di essere solo
mosso da rancori, invidie e altre contadine pulsioni (alimentate dai suoi
famelici e interessati consiglieri e consigliori).
Come un vero mammalucco, Caparco ha abboccato al nostro amo: noi avevamo
paventato l'estromissione dalla Giunta di Gianni Marrocco, vicesindaco e
assessore alla pubblica istruzione e, il "sindaco - ossimoro" é
caduto dal pero.
Ieri pomeriggio, sono arrivate le copie del documento, accettato come sempre
bovinamente da tutta la residua e chiacchierata maggioranza di Caparco, che
mette fuori dall'esecutivo il medico caleno. Vediamo
da chi è composta l'armata Brancaleone delle contrade
viscianopetrulozunesi, questa compagnia delle Indie
colonizzate ed espugnate da un anziano pensionato di via
Cales, questi furbetti miserelli che fino a ieri
rivolgevano all'attuale sindaco epiteti mortificanti
come "Orco Caleno" e, a qualche parente del primo cittadino,
locuzioni infamanti come "Don Delinquente" ma oggi si genuflettono in
attesa che Capocaparco faccia cadere sulle loro teste
qualche briciola di risulta delle sue laute libagioni:Claudio De Biasio: nel
suo rotondo ed affettuoso nomignolo, "o bambeniello",
c'è la perfetta sintesi di come faccia politica: ora vorrebbe anche fare il
vicesindaco e l'assessore a nonsisacosa, ma dovrebbe
prima risolvere qualche suo inghippo professionale.
In molti, simpaticamente, dicono che sia meglio non dargli alcun incarico
politico e di non rivolgersi a lui per qualche investimento. Pare confonda le due cose in maniera pericolosa Antonio Zona:
verrebbe da dire "non pervenuto", anche perché è alla sua prima
esperienza. Ma non sempre l'inesperienza ci permette
di non pensare con il nostro cervello. Sarà la sua prima volta, ma è già un
capolavoro di latitanza di personalità e di inesistente
decisionismo (come quasi l'intera pletora dei consiglieri caparchiani,
del resto)
Silvestro Mele: e' l'assessore inculturato ogni
giorno dal sindaco; lui fa politica, all'insaputa dei caleni; fa il
giornalista, all'insaputa degli utenti dell'emittente locale sulla quale appare
ogni tanto; ma si segnala soprattutto per la capacità di colonizzare territori
e fondare delle web tv. Ora, vista la sua attitudine a osannare i potenti caleni, lo hanno anche chiamato al nord
per fondare Tele Lecco (nel senso di televisione di Lecco…non equivocate!)
dove, dopo il premio Cales, condurrà con Caparco in prima fila, "Il
Lecchino D'Oro"
Agostino Capuano: l'immondizia è il suo mestiere, come, del
resto, gareggiare con il suo sindaco a farsi crescere una propaggine corporea
tanto grossa da poter fondare un nuovo partito: AllePanza
Nazionale. Per il resto, si segnala solo come assessore dai dati della differenziata più confusi delle idee di uno all'uscita da un
rave party di tre giorni
Raffaele De Vita: un uomo per
tutte le stagioni, ma, soprattutto un uovo per tutti i frittatoni. Lui prima s'incazza,
minaccia le dimissioni, apre i ponti con la minoranza di Zacchia, dice di
volersene andare, ma poi alla fine si rimette nella posizione a lui più
consona: in stand by come un telefonino che aspetta
la chiamata di Caparco, "Lello, se fai il bravo, ti premio, magari a tre
giorni dalla fine del mandato ti faccio fare anche le fotocopie agli atti che
per quattro anni non ti ho nemmeno fatto vedere…"
Pietro Martino: "…pronto, pronto…Pietro ci senti?
Mannaggia,
il telefonino a Sparanise non prende, forse se proviamo a Casale…"
Nicola Pepe: tra Carnevale, feste, balletti, porchette e
festival della ricotta, il giovin virgulto si riprende dal torpore solo quando deve alzare la manina in
Consiglio. Magari lo faranno sindaco della lottizzazione
San Nicola… riesce a dare il meglio solo quando, ben lubrificato, apre le
danze.
Claudio Zitiello: c'è chi c'ha lo zio prete e chi lo
zio sindaco. Lui prega per tenersi salda per altri quattro anni la seconda opzione. Quando zio comanda, non si può dire di no,
soprattutto se si tratta di cimitero, luci, lumini… "Zi
Antò, che devo fare, faccio tagliare l'erba nei
vialetti?" Ma ci interessa soprattutto una figura
spuria, un elemento poco definito che volteggia e si posa spesso su questa
maggioranza
Antonio Capezzuto: ogni commento
sul più stretto consigliere di Capocaparco (il
sindaco-ossimoro), è racchiuso in una sola frase "Tutti teniamo
famiglia e anche al Comune dovranno pur assumere un avvocato…o no?".
Cristallino esempio di aiuto esterno senza "alcun
interesse".
Insomma, cerchiamo di sdrammatizzare una situazione che è davvero triste, non
solo per chi scrive e si occupa di politica e cronaca, ma soprattutto per i
caleni che si ritrovano a dover trattare con una maggioranza senza idee, senza progettualità, in balìa di capitani di ventura e consigliori
in agguato per arraffare un posto per figli e mogli. Il tutto condito da
cattiveria e spirito vendicativo da terza elementare. Capolavori di codardia
che vengono poi lavati nelle interviste fatte
trincerandosi dietro la scrivania del sindaco senza avere contraddittorio, ma
soprattutto, al riparo da chi ne sa più di loro.
Farfalline mercenarie che con il microfono fanno mugugnare il
bisonte per dire solo idiozie. Gente simile al ministro Brambilla che, in questa Italia di
crisi e recessione, vuole far fuori il Palio di Siena, così i consiglieri di
Caparco, in una Calvi che chiede risposte drammaticamente urgenti, non sanno
far niente di meglio che togliere le deleghe a Marrocco, mentre il vicesindaco
è in vacanza con la famiglia.
Questa è Calvi, non ce la siamo inventata noi:
dateci la prova contraria, saremo i primi ad esserne felici.
Lunedì, in esclusiva, intervista a Marrocco che fa luce su sorprendenti
retroscena della maggioranza mai rivelati prima d'oggi.