SATIRA, STORIE DI VALVASSORI, VALVASSINI E FEDELI DI BRANCALEONE

 

Calvirisortanews, 05 agosto 2010

 

Salvatore Minieri

 

Mi verrebbe da iniziare, viste le ultime peripezie della maggioranza di Caparco e considerata la somiglianza simpatica con i protagonisti della più famosa armata della cinematografia italiana, con il più classico richiamo al goffo squadrismo: "Branca, Branca, Branca…leò, leò, leò…".


Ma si equivocherebbe sulle nostre intenzioni. Noi non vogliamo paragonare la "trista armata medieval di Brancaleone alla maggioranza di Caparco, no, assolutamente. Noi ne vogliamo semplicemente sottolineare le gustose assonanze antropologiche, le similitudini che ne segnano il modo di fare.


Chiassosa e poco organizzata l'Armata Brancaleone, poco coordinata e sempre propensa a un allegro rumoreggiare la maggioranza di Caparco. In cerca di un tesoro quelli di Brancaleone, a caccia di un'identità politica e culturale (?) gli uomini del sindaco caleno.


Poche idee affastellate ma tanto ardore nella chiacchiera per Brancaleone, sparute idee progettuali ma tante promesse ancora da mantenere per Caparco. Insomma, per una volta, la maggioranza non deve offendersi e può sentirsi protagonista di un nobile accostamento: simile all'armata stanca e accaldata che, nel bel mezzo di uno stranito e deserto medioevo, cercava di combinare qualcosa di buono pur tra mille segnali di improntitudine collettiva.


Come nel bellissimo film, infatti, anche la maggioranza politica di Calvi soffre per problemi dei singoli che si spalmano innaturalmente su tutti. Insomma, le responsabilità soggettive di pochi ricadono sui molti che siedono tra gli scranni di maggioranza.


Uno dei sodali di Brancaleone era stato beccato a parlare con i nemici Levantini (una famiglia di Bisanzio malvista nelle terre di Meridione italico); guarda caso, nella maggioranza di Caparco ci sarebbe un assessore che è stato nominato in un'intercettazione mentre due camorristi di Casale (i nemici Levantini di oggi) lo nominavano quale persona fidata per truccare gli appalti.


Nella sgangherata consorteria medievale di Brancaleone, poi, si faceva di tutto per accaparrarsi i posti più vicini al condottiero (un enorme e magnifico Vittorio Gassman); così come nella turbolenta e discussa maggioranza di Caparco ci si sta accapigliando per ottenere posti da vice, da reggitore di gualdrappa, vassallo e valvassino.


Come nell'armata Brancaleone c'era Teofilatto dei Leonzi (Gian Maria Volonté) che era stato cacciato dalla sua corte bizantina per sperpero di danaro, così nella maggioranza politica di Calvi c'è un fidatissimo collaboratore esterno del sindaco che avrebbe addirittura ricevuto un'interdittiva antimafia (cacciato dai pubblici uffici come Teofilatto…).


Insomma, le analogie sono spaventosamente rilevanti e concrete. Come quella delle promesse di benessere e danaro di Brancaleone alle popolazioni che incontrava sul suo cammino.L'unica annotazione preoccupata che ci viene da fare è quella incentrata sull'equità giuridica tra l'assessore intercettato dovrebbero dimettersi senza distinzioni di sorta, senza stucchevoli distinguo che servono solo ad alimentare l'incapacità manifestata da questa maggioranza.


Da consiglieri sorridenti e tranquilli, questi della maggioranza di Caparco si sono trasformati ultimamente in agitatissimi guardiani della sacralità politica cittadina. Scrive oggi Marco Travaglio: "E' la sindrome del Cane di Paglia che attizza il tranquillo borghesuccio Dustin Hoffman e lo trasforma in una terrificante canaglia assetata di sangue".


L'armata Brancaleone presagendo la fine, fu inghiottita da un progressivo sfilacciamento umano e civile. A proposito di paragoni con Brancaleone: in un passaggio del film c'è anche un servo dell'armata che non va a controllare le gabelle incassate.


Guarda caso come a Calvi, dove chi dovrebbe controllare sulle lottizzazioni selvagge, non si avvicina nemmeno ai cantieri. Forse perché tutto è intestato ai parenti diretti di chi dovrebbe controllare e denunciare?. E allora: Branca, Branca, Branca…leò, leò, leò.