DON ENZO LASCIA IL PAESE: TANTI CITTADINI ESPRIMONO SOLIDARIETA’

 

Gazzetta di Caserta, 30 luglio 2010

 

Paolo Mesolella

 

Mettetevi nei panni di un prete. Ma non uno qualsiasi: uno di quelli costretti, a causa di qualche bontempone, a lasciare la propria parrocchia; una parrocchia che ha amato sul serio.

 

Immaginate che legga un articolo in cui qualcuno giubila ed annuncia che "don Enzo è stato allontanato dopo una protesta seguita da una lunga lettera, inviata direttamente ai vertici del Vaticano in Roma, che ha deciso il trasferimento in altra parrocchia".

 

E ancora che avrebbe "vinto il popolo, e quindi tornerebbe la fede a   Visciano". E' comprensibile che il nostro sacerdote perdoni tanto inspiegabile accanimento.

 

Ora però mettetevi nei panni del nuovo parroco quando scoprirà quello che Don Enzo in questi ultimi mesi ha dovuto sopportare da parte di pochi, anonimi detrattori. Mentre il nostro don Enzo ricomincerà altrove a raccogliere giovani e a pretendere che si vada in chiesa e ci si comporti da cristiani prima di criticare, il nuovo parroco con tutta la calma di questo mondo affonda il dito nella piaga.

 

“Mio padre mi ha consigliato di non fidarmi di nessuno in questo paese". Non si può essere dalla parte di Cristo, senza tener conto delle miserie umane: delle cariche perse, delle bande musicali, delle arriffe, dei fuochi artificiali e perfino della politica. Gli uomini, diceva don Sturzo, nelle processioni pretendono di andare loro davanti al Crocifisso. Magari travestiti. Don Enzo, scusaci per quello che ti abbiamo fatto, ma soprattutto per quello che non abbiamo saputo fare per farti restare tra noi.