PERICOLO
FRANE: LA ZONA DI “LAURETA” SCIVOLA VERSO VALLE
Gazzetta di Caserta, 28 luglio 2010
In Campania tutti ricordano il pezzo di montagna che si
staccò e cadde sul centro abitato di Sarno in provincia
di Salerno, sommergendo in un mare di acqua, fango e
detriti centinaia di persone.
In Terra di Lavoro c'è un pericolo Sarno
tra il comune di Rocchetta e Croce e quello di Calvi Risorta.
E' in atto da tempo una frana che sta dislivellando i terrazzamenti, ha divelto i pali delle condotte
elettriche e ultimo in ordine di tempo ha sfilato i tubi della condotta idrica,
facendo restare senza acqua potabile il piccolo comune montano.
Agli operai del Consorzio Idrico intervenuti sul posto a
riparare la condotta si è presentato innanzi uno scenario alquanto
preoccupante. I tubi che portano l'acqua dai pozzi che si trovano a ridosso del
comune pedemontano di Calvi Risorta
fino in collina a 600 metri circa del comune di Rocchetta e Croce si sono staccati.
Questo a causa della forza della
terra che tira verso il basso. I tubi erano interrati a circa due metri di profondità;
la forza della frana deve essere molto forte, tale da staccare i tubi incassati
e saldati tra di loro. Ma non è solo questo segnale d'allarme:
molte piante secolari di olivo sono seccate perché le
radici si sono spezzate a causa di numerose spaccature del terreno, alcune
profonde oltre due metri. Qua e là appaiano sempre più frequenti crepacci nel
terreno ricoperti da una fitta vegetazione, al rischio che vi possa cadere qualche ignaro coltivatore di asparagi, funghi o
cacciatori.
Le origini della frana ha radici
antiche, il terreno della zona è argilloso e si chiama "Laureta" proprio dalla fusione delle parole
"lavorare la creta". I romani della Cales Antica avevano installato
sul posto una piccola fabbrica di ceramiche. Nel dopoguerra, a ridosso dell’area,
è stata realizzata una cava di argilla per la produzione
di laterizi. Si è scavato tra la frazione Petrulo di Calvi
Risorta in direzione di Laureta di Rocchetta e
Croce per decenni. Adesso la fabbrica è chiusa, la cava abbandonata ma sulla
stessa rischia di cadere quel pezzo di collina che la sovrasta e non solo.
A rischio più di 1000 abitanti le
cui abitazioni si trovano a ridosso della cava e ai margini del bacino
idrogeologico del piccolo fiume Lanzi, oggi interrato. Prima di chiudere le stalle
quando le mucche e i buoi sono scappati è necessario prendere in riferimento la realizzazione di un piano di evacuazione
in caso di emergenza e di procedere con opere di consolidamento e di convoglio
delle acque reflue, tenendo presente che le precipitazioni piovose negli ultimi
anni a questa parte sono sempre più intense.