C’è ‘una Sarno’ in provincia di Caserta: a Rocchetta e Croce un
pezzo di montagna sta franando
Il Mezzogiorno, 25 luglio 2010
In Campania tutti ricordano il pezzo di montagna che si
staccò e cadde sul centro abitato di Sarno in
provincia di Salerno, sommergendo in un mare di acqua,
fango e detriti centinaia di persone.
In Terra di Lavoro c’è un pericolo Sarno, tra il
comune di Rocchetta e Croce e quello di Calvi Risorta.
E’ in atto da tempo una frana che sta dislivellando i terrazzamenti, ha divelto i pali delle
condotte elettriche e ultimo in ordine di tempo ha sfilato i tubi della
condotta idrica, facendo restare senza acqua potabile il piccolo comune
montano.
Agli operai del Consorzio Idrico, intervenuti sul posto a riparare la condotta,
si è presentato innanzi uno scenario alquanto preoccupante. I tubi che portano
l’acqua dai pozzi che si trovano a ridosso del comune pedemontano
di Calvi Risorta fino in collina a 600 metri circa del
comune di Rocchetta e Croce, si sono staccati.
Ciò a causa della forza della
terra che tira verso il basso. I tubi erano interrati a circa due metri di profondità;
la forza della frana deve essere molto forte tale da staccare i tubi incassati
e saldati tra di loro. Ma non c’è solo questo segnale
d’allarme: molte piante secolari di olivo sono
danneggiate perchè le radici si sono spezzate a causa
di numerose spaccature del terreno, alcune profonde oltre due metri. Qua e là
appaiano sempre più frequenti crepacci nel terreno ricoperti da una fitta
vegetazione, al rischio che vi possa cadere qualche
ignaro coltivatore di asparagi, funghi o qualche cacciatore.
L’origini della frana ha radici antiche, il terreno
della zona è argilloso e si chiama “Laureta” proprio
dalla fusione delle parole “lavorare la creta”.
I romani della Cales Antica avevano installato sul posto
una piccola fabbrica di ceramica. Nel dopoguerra, a ridosso dell’area, è stata
realizzata una cava di argilla per la produzione di
laterizi. Si è scavato tra la frazione Petrulo di Calvi
Risorta in direzione di Laureta di Rocchetta e
Croce per decenni. Adesso la fabbrica è chiusa, la cava abbandonata ma sulla
stessa rischia di cadere quel pezzo di collina che la sovrasta e non solo.
A rischio più di 1000 abitanti le cui abitazioni si
trovano a ridosso della cava e ai margini del bacino idrogeologico del piccolo
fiume Lanzi, oggi interrato.
Prima di chiudere le stalle, quando le mucche e i buoi sono scappati, è
necessario prendere in riferimento la realizzazione di
un piano di evacuazione in caso di emergenza e di procedere con opere di
consolidamento e di convoglio delle acque reflue, tenendo presente che le
precipitazioni piovose negli ultimi anni a questa parte sono sempre più intense.