L’ULTIMO ABBRACCIO (CON COSENTINO E MARTINO) DI UN SINDACO GIA’ ALL’ULTIMA SPIAGGIA
Calvirisortanews, 24 Luglio 2010
Vito Taffuri
Di solito, quando arriva il tempo
di riposare e di rilassarsi, arriva anche, immancabile, il momento di fare i bilanci
su cosa si è fatto e su quanto hanno prodotto coloro che ci circondano.
La più completa delle attività, in tal senso, è quella del giornalista: ti
mette in condizione di aver a che fare con tutti e ti consente di aprire la tua
socialità a un ventaglio amplissimo di persone e
ambiti. Come l'ambito della politica, ad esempio, quello che
ci tiene sempre impegnati a scrivere e ad analizzare la realtà delle cose per
raccontarla in maniera quanto più attendibile e sincera ai nostri lettori.
Ecco, è qui che vogliamo concentrare gli sforzi del bilancio dell'
anno lavorativo che ci è passato sotto gli occhi e sui tasti dei nostri
computer; vogliamo parlare delle difficoltà che ancora oggi incontriamo quando
dobbiamo raccontarvi la realtà delle cose che succedono a Calvi Risorta.
Noi, per 12 mesi, abbiamo profuso tutte le nostre energie nel tentativo di
svolgere una duplice funzione mediatica: in primis,
informarvi in maniera professionale e puntuale, poi, cosa non secondaria,
abbiamo cercato di comunicare tramite i nostri articoli con i politici caleni,
per suggerire strategie, per cercare di aggiustare il tiro quando i lettori ci
trasmettevano il loro palpabile malcontento per le tantissime scelte impopolari
della maggioranza guidata da Antonio Caparco.
Sul primo intento, quello rivolto al servizio
informativo per i nostri lettori, abbiamo raccolto soltanto soddisfazioni e
innumerevoli gratificazioni professionali e umane (per noi parlano i contatti
di questo sito che, nel giro di 13 mesi, sono addirittura quintuplicati). Sul
secondo obbiettivo prefissatoci, diciamo la verità,
abbiamo fallito: i politici ci hanno ascoltato poco, anzi per niente. No, la colpa non è solo della sordità fisiologica della nostra
classe dirigente, no, abbiamo anche noi una buona parte di responsabilità.
Forse non abbiamo saputo intessere una valida trama di
comunicazione, forse siamo su lunghezze d'onda differenti. Insomma, la politica ha fatto di testa sua, nonostante i nostri
contributi di suggerimento e buon indirizzo che abbiamo incessantemente messo
sul piatto. E allora tracciamo un bilancio prima
di concederci qualche settimana di relax estivo.
Quest'anno di amministrazione
Caparco non contiene picchi positivi o eccellenze in ambito amministrativo e
programmatico, anzi, le delusioni e i fallimenti sono tantissimi e superano in
maniera imbarazzante le due/tre cose buone fatte nei mesi di esordio (guarda
caso, quasi tutte iniziative intraprese dall'ex assessore Nicola Cipro, l'unico
defenestrato da Caparco… che coincidenza!).
Le focose promesse di una nuova Calvi si sono
afflosciate nei primi freddi dello scorso novembre, quando le concessioni
edilizie che il sindaco e i suoi candidati promettevano in campagna elettorale,
sono diventate appannaggio esclusivo della ditta Spinosa di Sparanise. Il
risultato non ci piace per niente: capannoni costruiti nella zona industriale,
senza aver nemmeno dato la precedenza a chi aspetta ormai da un anno di potersi
costruire una casa (diritto primario delle società cosiddette civili).
Spinosa, insomma, ha avuto una precedenza assoluta sui famosi interessi della
collettività che Caparco e i suoi avevano usato al pari del collutorio per
sciacquarsi la bocca in periodo di elezioni. Poi le strutture sportive che Nicola Cipro stava correttamente
portando al totale rilancio.
Per motivi mai chiariti appieno, a Cipro è stata ritirata la delega dal
sindaco, con il silenzio semibovino di tutti gli altri componenti
della maggioranza. Oggi lo sport caleno è come il parco archeologico locale:
sepolto. Ma a Caparco non interessa (e i suoi assessori sportivi in bicicletta
sono costretti a stare a catena: zitti, altrimenti via
la delega).
Le lottizzazioni, poi, hanno avuto il merito di livellare due
persone, ponendole sullo stesso piano orizzontale: Caparco e Zacchia. Se il farmacista, ex sindaco, aveva nelle cementificazioni
selvagge il suo Tallone d'Achille, l'attuale primo cittadino sembra invece
farsene un vanto del tipo: "Più lottizzo in maniera scriteriata e a favore
dei soliti amici, più impongo il mio potere".
No, non è questo che ci aspettavamo dalle promesse della maggioranza. Da
Caparco, poi, abbiamo avuto solo delusioni, soprattutto nelle valutazioni e
nella scelta degli uomini. Qualche settimana fa, infatti, alcune
intercettazioni telefoniche delle Forze dell'Ordine hanno coinvolto, seppur in
maniera indiretta, l'attuale assessore alle attività produttive Pietro Martino
che, stando a quanto registrato da microfoni dei carabinieri sui telefonini dei
boss Casalesi, era la testa di ponte per finte gare d'appalto della camorra in
trasferta nell'agro Caleno.
Da allora, la maggioranza si è caratterizzata per una sola cosa: il silenzio.
Nel vuoto omertoso è finito il sindaco, che non ha avuto il fegato di dire due
parole di chiarimento sull'inquietante vicenda; ma la bocca è stata cucita
anche alla maggioranza e ai suoi componenti che fino
allo scorso mese si riempivano la bocca con parole come "legalità",
"trasparenza", "buona politica".
Ma che fine hanno fatto questi galletti? Azzardiamo
una risposta: si sono ritirati con la cresta ammosciata e la faccia rossa di
vergogna. Giriamo per Calvi, nonostante ci chiamino latitanti e, a ben
guardare, chi latita oggi sono
proprio i nostri più scadenti detrattori dalla parola facile ma dalle capacità
politiche inesistenti.
Visto che questi consiglieri di maggioranza leggono al massimo Il Corriere
dello Sport per sapere quale formazione mette in campo il
Napoli, citiamo Daniele Martini de Il Fatto Quotidiano (è un giornale,
cari consiglieri e caro sindaco, non è un tossicodipendente che si fa tutti i
giorni).
Sentite come l'articolo sul condono edilizio di Berlusconi
somigli alla lottizzazione di Calvi: "E' una specie di licenza di abusivismo e di apoteosi dell'arbitrio, più che il
trionfo della libertà d'impresa…una specie di invito al fai da te edilizio
selvaggio consegnato sia agli imprenditori onesti, che non ne sentivano il
bisogno, sia a quelli arrembanti e privi di scrupoli…".
Ecco la differenza, a Calvi gli imprenditori onesti aspettano
da un anno di vedersi firmare le licenze edilizie, mentre al privato Spinosa è
stato quasi steso un tappeto rosso di deferenza cavalleresca. Da
settimane ci chiediamo come mai l'ingegnere del Comune, Sergio Santillo, possa
avallare con tanta leggerezza una progressiva lottizzazione
disorganica e non rispondente ai progetti cartacei.
Da settimane vorremmo sapere come mai, l'ex giustizialista
Pietro Martino ("…con noi ci sarà il trionfo della legalità al Comune, ve
lo assicuro…", comizio di maggio 2009 dello stesso Martino) non si dimetta, nonostante il suo nome sia stato pronunciato più
volte, quale amico di cui fidarsi, in una conversazione tra due pericolosissimi
boss Casalesi.
Come mai Martino non fa fare il suo corso alla Giustizia, dimettendosi e
mantenendo fede alle sue pulsioni di legalità e ai suoi propositi di
"rinnovamento sui binari della trasparenza" (altre sue parole dei
comizi del 2009)? Come mai il sindaco non dice nulla? Pare che la medicina a
tanto malessere da intercettazione siano cene e festicciole presso un
Ristorante-Bar caleno che, manco a farlo apposta, è
sorto grazie alla tenace senseria di Martino, ma che oggi abbisogna ancora di
qualche certificazione.
Fa nulla, tanto qui mangia e non paga la maggioranza. Cosa
vuoi che sia un certificato sanitario e strutturale in meno? Tuttavia, bisogna
dare delle licenze di costruzione anche sulla Casilina,
poco importa se non vengono rispettate distanze e
precetti urbanistici, ci pensano i fedelissimi del sindaco a mettere tutto a
posto.
Vogliamo continuare con le commissioni edilizie che fanno registrare le assenze
di una impacciatissima e
barbugliante maggioranza? Sì, anche questo succede in questi giorni: si convoca
una commissione e i membri della maggioranza non si presentano.
Addirittura vengono sbagliati i punti all'ordine del
giorno dei Consigli Comunali (quei pochi che Caparco e De Vita hanno convocato
in 12 mesi). Insomma, è stato un anno da dimenticare, contrassegnato da
scivoloni comici, affari di famiglia, sparate guascone e promesse non mantenute
(decine e decine).
A proposito: ma il grande progetto di Notti al
Castello che fine ha fatto? Eppure il consigliere Mele
e il figlio del presidente del Consiglio (entrambi responsabili di Notti al
Castello, nonostante la stridente incompatibilità) avevano assicurato già di
aver ricevuto i fondi e di aver avuto l'ok della
Regione.
Solite uscite, solite sciocchezze e solite, purtroppo, figuracce da pochi
spiccioli. Insomma, questa maggioranza ha già la "credibilità
ridotta al lumicino", come una volta disse il sindaco Caparco riferendosi
ai giornalisti. Peccato che sia la sua squadra a non essere più amata da
nessuno (fatta eccezione per parenti, amici, mogli e fidanzate).
Il sindaco e il suo consiglieri, diciamola tutta,
hanno promesso troppo, hanno parlato e offeso troppo, hanno millantato troppo.
Fuori misura, quindi, come le promesse sui palinsesti estivi. Ma dove è finita la kermesse Calesanremo
diretta dal Carletti? Pensate, è scappata a
Sparanise, perché a Calvi non ha trovato fondi.
E quelli assicurati da Mele e De Vita? Ma vuoi vedere che sia l'ennesima bugia pulitica
di questo lungo anno di progetti falliti? Oppure e
solo una questione tecnica e magari prima che finisce l'estate possiamo
assistere a qualche importante evento musicale. speriamo
bene, sicuramente il consigliere Mele, manterrà la parola. Ci salutiamo prima
di andare in spiaggia con l'ultimo abbraccio come Caparco e Nick
Cosentino in foto.
Ma ci viene un dubbio: si tratta di un ultimo abbraccio prima
della spiaggia, o siamo già all'ultima spiaggia? A fare il consuntivo di quest'anno ci vengono in mente solo due facce che
caratterizzano l'ultima epopea caparchiana. Sono i
volti di Nicola Cosentino e di Pietro Martino, i due
amici che il sindaco non tradirebbe mai. Buone vacanze a tutti.