SITI
ARCHEOLOGICI SOTTO ASSEDIO DEI TOMBAROLI
Gazzetta di Caserta, 20 luglio 2010
I siti archeologici della città nuovamente sotto assedio.
I tombaroli si rifanno vivi. Tracce di scavi clandestini sarebbero state
rinvenute sia nel parco dell’antica Cales che presso il santuario di monte Grande.
L’antica Cales è sotto la costante minaccia dei ladri
d'arte. E non solo. Poco tempo fa, venne smontata e rubata anche parte della
recinzione in alluminio che proteggeva il sito archeologico dell'antica Cales.
In queste calde notti di luglio, invece, i malviventi, approfittando della
notte, hanno operato indisturbati per molte ore praticando diversi sondaggi nella
zona a ridosso dell'antico teatro.
Si tratterebbe dell'ennesimo furto in uno dei siti
archeologici più importanti dell'intera Campania. Una lunga lista di episodi
che pone in evidenza l'assenza di efficaci controlli a salvaguardia dei beni
archeologici. Assenza di controlli che permette ai ladri di agire con
tranquillità. Così, nel 1997 vennero trafugate alcune colonne che facevano
parte di una grande struttura templare, o probabilmente un grande santuario,
sul fianco orientale del sistema dei fossati difensivi che, ancora oggi, cingono
la struttura urbana. Due anni prima, nella primavera del 1995, era stata
interamente saccheggiata una piccola necropoli, tardo antica, contigua alle
strutture che - secondo l'archeologo Werner Johannowsky - apparterrebbero ad un
complesso abitativo greco. Un quartiere interamente abitato da sacerdoti addetti
ai riti sacri che si tenevano nei pressi dei due pozzi sacri rinvenuti a pochi
metri dal ponte dell'autostrada A1.
La zona sacra di probabile pertinenza ellenistica, venne
saccheggiata nel 2001: i pozzi usati per la phialomanteia (la lettura di fondi
di fiala all'interno dei pozzi stessi) furono obliterati con due grandi massi,
dopo l'esplorazione clandestina delle cavità scavate fino a dodici metri. Un
lavoro durato molti giorni senza che nessuno riuscisse ad intervenire. Sul
finire del 2007, invece, ignori avviarono uno scavo
clandestino all'interno del teatro, proprio dove è stato asportato nottetempo il cancello di protezione
fatto impiantare dalla Soprintendenza sul finire degli anni ottanta, La città
antica di Cales è tra i siti più esposti e saccheggiati d'Europa. Mai, nel
corso degli ultimi decenni si è pensato di dotare Cales di un sistema valido di
controllo e sorveglianza.
Il sito negli ultimi tempi è diventato preda esclusiva dei
saccheggi che avrebbero una committenza riferibile in maniera cristallina ai
cartelli camorristici operanti in Campania. I ladri di antichità non portano via solo reperti ma sottraggono risorse
economiche alle comunità.
E' il pensiero dell'Ispettore della Sovrintendenza Nina Passaro che elogia i carabinieri dopo l'arresto di tre tombaroli e il recupero di diverse anfore, numerose antiche
monete e di altri reperti archeologici. E' stato questo il risultato di un
blitz attuato pochi giorni fa dai carabinieri della compagnia di Capua. L’azione arriva dopo una serie di indagini
dirette a contrastare la predazione delle antichità
nell'Alto Casertano. Teano, Riardo, Presenzano e Calvi Risorta sono da
tempo terra di conquista dei tombaroli.
Nell’ultimo anno, bande ben organizzate provenienti
dell'Agro Aversano - sono state capaci di localizzare
e scavare oltre 300 sepolture - alcune delle quali risalenti al VI secolo
avanti Cristo - in località Lagoscello, nel comune di
Riardo. Le forze dell'ordine sul territorio - sottolinea
Passaro - non saranno mai sufficienti per contrastare
il fenomeno. Per questo - precisa l'ispettore della
Soprintendenza — sarebbe necessario anche l'intervento di sponsor privati
capaci di finanziare sia gli scavi.