DEPURATORE
SEQUESTRATO, CAPARCO: OPERIAMO PER RISOLVERE LA QUESTIONE
Gazzetta di Caserta, 14 luglio 2010
Resta
sotto sequestro uno dei due depuratori del paese. La bufera nasce dopo
l'intervento del Noe di alcuni giorni fa.
L’amministrazione
comunale ha avviato una indagine per capire la
provenienza di alcune infiltrazioni d'acqua che andavano ad appesantire
l'impianto. Il sequestro attuato dal nucleo operativo ecologico specializzato
in materia d'inquinamento e l'Arpac consente comunque l'utilizzo della struttUra che serve circa 4000
abitanti della zona.
L’Arpac e i militari del Nucleo operativo ecologico (Noe) di
Caserta, rappresentato da un ufficiale dell'Arma e da un funzionario della agenzia, hanno proceduto subito al sequestro
preventivo dell'impianto di depurazione comunale delle acque reflue urbane,
sito in località "Taverna Mele" di Calvi Risorta, dopo aver
ispezionato l'impianto e le varie certificazioni.
Il sequestro é
avvenuto poiché il cinquanta per cento dei composti presenti nelle acque
reflue, estremamente nocivi per la salute umana,
venivano riversati nei corsi d'acqua (come il Rio Lanzi) e negli altri scoli
naturali ed artificiali, andando a contaminare terreni, colture e falde acquifere,
la prova sta nel fatto, che transitando da quelle parte a tutto oggi c'è un
cattivo odore.
Il depuratore sequestrato, é stato affidato in custodia al responsabile
dell'ufficio tecnico comunale, che dovrà attenersi alle prescrizioni imposte dall'Autorità
Giudiziaria. Nel lontano 2007 proprio l'attuale Sindaco Antonio Caparco,
quando sedeva nei banchi dell'opposizione segnalava le
tantissime irregolarità dei depuratori caleni. Oggi Caparco siede invece nei
banchi di maggioranza, e i problemi sono sempre gli stessi, mai risolti
soprattutto dalla sua neo giunta.
"Ormai - precisa Buonomo di Legambiente - la politica ambientale si regge su tutto
quello che non c'é: non c'é la bonifica, non c'é la depurazione, non c'é lo
smaltimento delle acque reflue. Scaricare direttamente sui
terreni, nei fiumi, nei regi lagni, nel mare é diventata l'ordinarietà.
Cosa si deve più aspettare per cambiare pagina, per avere un sussulto di
coscienze da parte di amministratori, imprenditori,
politici, per regalare di nuovo un futuro ai territori e ai cittadini che li
abitano?".
Il problema della depurazione delle acque reflue di gran parte della
Regione Campania é stato affrontato per la prima volta in maniera organica nell’ambito
di un Progetto Speciale della ex Cassa per il
Mezzogiorno, il PS3 per il Disinquinamento del Golfo di Napoli, varato a
seguito dell’onda emotiva provocata dall’epidemia di colera del 1973. Anche il
Piano Regionale di Risanamento delle Acque, previsto dall’articolo 8 della
Legge 319/76 e successivi aggiornamenti, approvato dal Consiglio Regionale il
30.11.82, considera attuazione completa del PS3 quale
momento fondamentale dell’intera manovra programmatica sia relativamente alle
priorità di intervento, sia alla localizzazione delle opere da realizzare.
Va ancora detto che, avviata su scala regionale la definizione degli Ambiti
Territoriali Ottimali previsti dalla legge 36/94 relativa al ciclo integrato
delle acque, le previsioni e gli accorpamenti impiantistici previsti per i
comprensori del PS3 per il disinquinamento del Golfo
di Napoli, sono stati tenuti in conto quali vincoli del sistema a programmarsi.