IL
CARDINALE SEPE A ROCCAMONFINA
Il Mattino, 03 luglio 2010
Elio Zanni
«Che Dio ci aiuti e che a Maronna v’accumpagni». Ieri sera a Roccamonfina non ha deluso le attese,
sfoderando l’ormai celebre frase di cui forse, in questi giorni, ha pure
bisogno il Cardinale Crescenzio Sepe.
Tanto, rivolgendosi alla folla di fedeli che festosa lo attendeva
nel piazzale del Santuario-Basilica dei frati francescani dell’Ordine dei frati
minori. L’occasione è quella dell’apertura della Peregrinatio Diocesano della
Madonna dei Lattani che, come ha spiegato il frate
guardiano della Basilica, frà Francesco Mauro del
Grosso, alla fine della messa ripercorrerà a ritroso la via dei pellegrini:
verso, la Cattedrale di Teano-Calvi Risorta e oltre.
Ad anticipare Sepe nella declarazione della
celebre frase è stato, sempre dall’altare mariano, il vescovo della Diocesi di Teano-Calvi Risorta, Arturo Aiello,
che ha voluto far notare come la frase è candidata a sostituire il suo stesso
motto episcopale. Politologi delusi.
Infatti, Sepe
non ha fatto nessun riferimento all’inchiesta che lo vede coinvolto.
L’arcivescovo metropolita di Napoli dopo aver ringraziato per l’accoglienza il
sindaco di Roccamonfina Maria
Letizia Tari e tutte le autorità civili e militari presenti, ha rivolto lo
sguardo ai problemi dei giovani «che attendono aiuto, perché non cedano alle
lusinghe della malavita». Non dimenticando le condizioni dei carcerati. Sarebbe
poi una forzatura voler leggere improbabili quanto inesistenti messaggi cifrati
tra le righe della sua preghiera.
Come quando, per esempio, ha ringraziato la Madonna dei Lattani perché è venuta anche «per purificarmi e aiutarmi a
riprendere con forza il cammino della vita, nonostante le difficoltà». Sepe, infine, ha invitato a pregare
la Madonna in nome e per conto «dei malati, dei sofferenti e dei tanti bambini
abbandonati».