I sentieri dei
briganti del Monte Maggiore
Il Mezzogiorno, 23 giugno 2010
“Una
giornata a contatto con la natura” è lo slogan dell’iniziativa “Escursioni
d’estate”, il programma della Federazione Italiana Escursionisti del Monte
Maggiore.
Il
clima non troppo caldo e il fresco degli alberi invogliano a vivere una
giornata nella natura, così la FIE del Monte Maggiore ha deciso di organizzare
una serie di escursioni sul territorio del Monte
Maggiore ed in particolare attraverso i sentieri di Pizzo S. Salvatore. Nei
pressi della cappella sotto il pizzo, fino a circa un secolo fa vi ha vissuto
una comunità di monaci benedettini, testimonianza
della ricerca spirituale praticata dai monaci nel medioevo, che vi si erano
ritirati vivendo in pace con la natura. Il panorama goduto dall’eremo, su uno
sperone di roccia a strapiombo, il silenzio delle cime del massiccio e il
profilo elegante dei nibbi che cacciano dall’alto consentono ancora oggi
all’escursionista del XXI secolo di ritornare indietro
nel tempo e immergersi nella contemplazione della natura.
Il
territorio di Monte Maggiore, considerato spesso periferico come centro
naturalistico, è in realtà zona ancora “vergine”, tutta da scoprire dal punto
di vista naturalistico e per le varie testimonianze archeologiche di antichi insediamenti. Con la caduta dell’impero romano,
infatti, gli abitanti dell’Antica Cales, seconda città per grandezza in
Campania dopo Capua, si rifugiarono negli anfratti, colline e montagne della
catena di Monte Maggiore per sfuggire prima ai barbari e poi ai Saraceni.
Testimonianza della presenza umana in zona, le numerose cisterne artificiali e
i resti di piccoli rifugi in pietra. La catena montuosa del Monte Maggiore è molto vasta, i pendii sono tutti, o per la grandissima
maggioranza, ricoperti da una folta vegetazione. Numerose le
sorgenti d’acqua dalle quali sgorga acqua più o meno abbondante in quasi tutti
i mesi dell’anno. E’ abitata da numerose specie animali e di uccelli: si possono ammirare, con un po’ di fortuna e
pazienza, daini, cinghiali e, nella parte più alta della catena, anche qualche
scoiattolo. Sempre nelle cime più alte non è difficile scorgere il volo della
poiana, una specie di aquila di piccola taglia; non
mancano inoltre falchi, bianconi e tantissimi altri uccelli di media e piccola
taglia.
Dall’eremo
di S. Salvatore dove si trova la statua (nella foto) del Santo, nelle giornate
più limpide, è possibile scorgere con assoluta nitidezza gran parte della costa
campana, dalla costiera Amalfitana sino al
promontorio del Monte Massico che si affaccia sul
mare ed il Golfo di Gaeta. Sul versante est, nella parte più alta del massiccio
stesso, famosa è la grotta di S. Michele o meglio conosciuta come la grotta
della fertilità, situata nei pressi del comune di Liberi. La grotta, facilmente
raggiungibile seguendo un facile ed ampio sentiero, offre al visitatore uno
spettacolo davvero unico. Infatti attaccati alla volta
si possono scorgere diversi stalattite tutte perfettamente simili al seno di
una donna; da questo la grotta prende il nome di grotta della fertilità. Per
secoli, sia in età pagana che in età cristiana, è stata meta di giovani donne
che vi si recavano per pregare chiedendo il dono della fertilità che tardava ad
arrivare. Dall’altra parte sul versante nrd si trova
un’altra cappella, quella di “Frateianne” che è stata
costruita nel secolo scorso da un frate di nome Gianni per far partecipare alle
funzioni religiose i numerosi carbonari che all’epoca lavoravano nella
montagna.
Nella
cappella si trova un affresco restaurato qualche anno fa che risale al 1400
circa ed è collocato all’interno di un’abside sorta prima della chiesa stessa.
La cima principale della Catena è detta proprio Pizzo S. Salvatore che sale
oltre mille metri. Poco lontano e leggermente più bassa,
svetta l’altra cima, la seconda in ordine d’altezza, quella denominata Madama
Marta caratterizzata da una struttura a piramide con una grossa terrazza
proprio in cima da dove è possibile ammirare un panorama suggestivo.